Immigrati: inizia Ramadam. Ok da Imam a bere nei campi
12/08/2010
Con l’inizio del Ramadan, gli islamici che lavorano nei campi sotto il sole e nel caldo torrido possono bere acqua durante il giorno senza violare regole. Lo ha detto alla Coldiretti dalla moschea di Roma (la più grande d’Europa), l’imam egiziano Ahmad al Sakka, laureato presso la prestigiosa università islamica al-Azhar del Cairo. “Ci sono casi speciali in cui è lecito per un musulmano derogare al divieto di bere acqua durante il giorno nel Ramadan - ha spiegato l’imam, tramite Mario Scialoja, uno degli amministratori del centro islamico - in particolare è esente dal divieto chi lavora in condizioni molto pesanti, come ad esempio chi sta nei campi sotto il sole a temperature torride o chi è impegnato nelle acciaierie davanti ai forni”. Altre eccezioni al divieto di bere dall’alba al tramonto del Ramadan, che inizia l’11 agosto, riguardano i malati, le donne incinta, le persone molto anziane che potrebbero pregiudicare il loro stato di salute e anche chi fa lavori come il pilota di aereo o l’autista di bus nei quali un malore potrebbe mettere a repentaglio la vita di altre persone. Si tratta di un parere autorevole e di buonsenso per la comunità musulmana - commenta la Coldiretti - e che in qualche modo fa chiarezza sull’atteggiamento da tenere quando si lavora in condizioni particolari, come le alte temperature o sotto il sole, dove la mancanza di idratazione rappresenta un rischio per la salute. Bere acqua quando si fanno lavori pesanti in pieno campo con temperature alte e forti percentuali di umidità - continua la Coldiretti - è una necessità vitale per l’essere umano. In passato si erano verificate incomprensioni tra imprenditori agricoli e lavoratori islamici durante il mese sacro anche con il verificarsi anche di malori per il rifiuto a bere. L’autorevole parere è dunque un importante contributo alla prevenzione a favore della quale in alcune aree particolarmente sensibili come per la raccolta di meloni e cocomero nel mantovano si è anche intervenuti distribuendo opuscoli informativi in quattro lingue per la prevenzione dai rischi da colpi di calore a garanzia della salute e sicurezza del lavoro. Con circa il 10 per cento di extracomunitari sul totale dei lavoratori agricoli, e' nelle campagne dove la presenza degli immigrati evidenzia una incidenza tra le piu' elevate dei diversi settori. Sono 98.155, sostiene la Coldiretti, i rapporti di lavoro in agricoltura identificati come extracomunitari negli archivi Inps, ed appartengono a ben 155 diverse nazionalita' anche se a trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura sono principalmente nell'ordine gli albanesi (15 per cento), i rumeni (12 per cento) e a sorpresa gli indiani (10 per cento) ma anche molti lavoratori provenienti da paesi di religione islamica.
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