Si allenta morsa su prezzi agricoli, ma necessari interventi
“In realtà – avverte il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni - anche questo relativo miglioramento nelle ragioni di scambio agricole non deve trarre in inganno. Rispetto al 2000 i prezzi all’origine dei prodotti agricoli sono aumentati del 10% circa mentre i costi di oltre il 28%. Quindi, anche se la situazione nell’immediato sembra mostrare segni di miglioramento, occorrerà verificare a fine anno l’effettivo andamento del rapporto tra costi e ricavi per avere un quadro ben definito della situazione. Ci sono ancora migliaia di imprese agricole che rischiano di non sopravvivere sino alla ripresa dell’economia”.
Infatti la lista dei settori in difficoltà resta lunga. La tendenza al ribasso di alcuni comparti zootecnici (carni bovine e suini) potrebbe aggravarsi a seguito dell’incremento dei costi dei mangimi, causato a sua volta dall’impennata dei prezzi dei cereali foraggeri. Ci sono dubbi anche sulla tenuta del settore vitivinicolo: alla vigilia della vendemmia i prezzi all’origine sono inferiori del 15% ai livelli medi del 2000 (e solo di circa mezzo punto superiori a quelli dello scorso anno). L’avicoltura potrebbe risentire delle novità normative sul benessere animale, che faranno sicuramente lievitare i costi e Confagricoltura sta intervenendo per evitare contraccolpi troppo duri alle imprese avicole.
Per il pomodoro, poi, è un’annata del tutto particolare. I prezzi sono in caduta libera al Sud a causa dei noti problemi di rispetto del contratto stipulato con gli industriali. Sembra però scongiurato il pericolo che la mancata consegna del prodotto pregiudichi l’incasso del premio comunitario accoppiato (ultimo anno). In ogni caso all’aumentata produttività ha fatto riscontro un calo delle quotazioni sino al 50%. Al Nord, invece, il maltempo ha causato cali produttivi con picchi del 20% ed ha pregiudicato la qualità del prodotto.
D’altra parte c’è da registrare una certa ripresa dei prezzi al consumo e della domanda estera, che sta facendo migliorare le quotazioni all’origine di latte bovino e derivati (+14% circa rispetto al 2009). Inoltre per i cereali, la campagna si è aperta in positivo, specie per i frumenti con aumenti sino al 25-28% tra fine luglio e primi di settembre. In questo periodo in salita anche le quotazioni di mais ibrido nazionale, anche se non oltre il 10%. L’intonazione generale del mercato internazionale è comunque sostenuta e sino a maggio sono aumentate decisamente le importazioni di frumento sia tenero, sia duro. In flessione invece le import di mais.
“Le soluzioni che Confagricoltura ha allo studio per risolvere le crisi di settore – spiega Vecchioni - sono sostanzialmente di quattro tipi; attivare misure per eliminare dal mercato le eccedenze e promuovere destinazioni alternative del prodotto, specie nel caso del pecorino; il rafforzamento dei contratti tra operatori e la ricerca di una loro migliore applicabilità; creare iniziative a favore della liquidità delle imprese, come l’anticipo dei pagamenti diretti comunitari e la concessione di credito di esercizio; qualificare la materia prima nazionale tramite l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta”.
Su quest’ultimo punto, come ha ricordato il presidente, Confagricoltura ha sempre ribadito di essere disponibile a misure di questo tipo solo se introdotte a livello comunitario. Le misure di mercato, invece, come gli aiuti agli indigenti o per destinazioni alternative del prodotto, potrebbero essere previste anche nell’ottica della revisione della Pac per il “post 2013”.
Prezzi e costi di produzione
Variazioni rispetto all’anno precedente ed al 2000
(elaborazioni su dati Ismea)
Variazione rispetto al 2009 Variazioni rispetto al 2000
Prezzi all’origine dei prodotti agricoli +8,9% +10,5%
Costi dei mezzi tecnici -0,9% +28,8%