Adige: più acqua = più sicurezza e meno costi
09/09/2010
Alzare il livello del fiume Adige, migliorando sicurezza idrogeologica ed ambiente: è il progetto presentato a Legnago dal presidente del Consorzio di bonifica Veronese, Antonio Tomezzoli, all'assessore all'ambiente della Regione Veneto, Maurizio Conte. L'Adige è il secondo fiume d'Italia e la prima risorsa idrica del Basso Veneto, ma sta "morendo" a causa del continuo abbassamento del fondale: in media, ben 6 metri in circa 50 anni (in alcune zone anche oltre 8 metri!); tale fenomeno sta avendo importanti conseguenze sulle attività agricole, dato che l'acqua irrigua deve essere pompata dal fiume con notevoli costi e non più semplicemente derivata dai sifoni (a costo zero), come accadeva una volta. Inoltre ci sono gravi problemi di sicurezza idraulica: l'erosione dell'alveo mina, infatti, la stabilità delle fondazioni dei ponti, come è già accaduto a Legnago e sta ora accadendo ad Albaredo. L’ente consortile ha così predisposto uno studio di fattibilità per "stabilizzare" il fondo del fiume, riportandolo al livello del 1996, mediamente 2 metri più alto rispetto all'attuale quota. Il progetto pilota prevede la realizzazione di una o più “soglie”, cioè muraglioni subacquei in pietra, che attraversano l'alveo e ne stabilizzano il fondo. “ E' un progetto, che certo dovremo prendere in considerazione – commenta l'assessore Conte – Si potrebbe ampliarlo, creando salti d'acqua per produrre energia idroelettrica.” Lo studio di fattibilità delle prime 2 soglie è stato già approvato dall'Autorità di Bacino dell'Adige, ma ora è fermo in attesa di uno studio di fattibilità, esteso a tutto il tratto di fiume da Zevio fino al mare. “L'Adige – spiega il direttore, Roberto Bin - di fatto non è più un fiume: è diventato un vero e proprio canale regolato, giacchè tutta l'acqua proviene da bacini idroelettrici del Trentino Alto Adige. Ne è stata così modificata la struttura e la vita naturale: venendo meno l'apporto di detriti provenienti da monte, il fondo si è sempre più abbassato nel tratto di pianura.” Il progetto ora presentato prevede la costruzione di una prima soglia in pietrame nella zona di Legnago; qualora i risultati non fossero soddisfacenti, la briglia potrà essere rimossa senza alcun danno ambientale.