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Il piatto a kmzero è la zuppa di trippa con i fagioli

16/09/2010
I soliti raccomandati? Potremmo dire così se ci fossero stati brogli elettorali all’indomani del IV concorso regionale dedicato al “Km Zero” al quale hanno partecipato sette chef affiancati ciascuno da un politico della provincia di provenienza. In verità il titolo dell’edizione di quest’anno “Km zero raccomandato in cucina” voleva ricordare un successo legislativo dal consenso trasversale che ha fatto del Veneto l’unica regione in Italia a dotarsi di una norma che sostiene la preferenza ai consumi di origine locale nella ristorazione collettiva e privata.

Per questo alla sfida, insieme ai cuochi,davanti ai fornelli, c’erano consiglieri, assessori e capi gruppi consiliari.

Una gara politicamente corretta per proclamare il piatto sintesi dell’espressione della tradizione contadina, a ridotto impatto ambientale, ricco di sapore ma anche di ingredienti in via di riscoperta.

Criteri che la giuria tecnica e popolare ha riconosciuto nella “Zuppa di trippa e fagioli con l’occhio del Castellaro” presentato dalla cucina della trattoria “Da Ballotta” per la prima volta in gara.

Il piatto sponsorizzato da Clodovaldo Ruffato, Presidente del Consiglio regionale, ha strappato il trono occupato da Rovigo che nel 2009 vinse con “L’anatra del Cristo e polenta di mais bianco perla” del Ristorante “Alla Rosa” di Adria che pure questa volta, a dire il vero, si è difeso molto bene.

Una competizione sentita sia dai cuochi e “padrini” che durante la serata non si sono risparmiati in dichiarazioni a favore del proprio raccomandato rivelando uno spiccato senso dell’umorismo e una preparazione sui prodotti tipici del proprio territorio non indifferente condita anche di aspetti culturali e storici.

Come ha fatto Raffaele Grazia consigliere regionale dell’Udc (per tutti il primo della classe) sostenendo Vicenza con il “Risotto di Grumolo delle Abbadesse al sedano di Campese” del Ristorante “Al Pioppeto” di Bassano del Grappa. Non da meno l’avversario Pietrangelo Pettenò di Rifondazione Comunista che si è dilungato nel racconto dell’uva Dorona della Laguna Nord di Venezia che guarniva “Il branzino con i pomodorini del Cavallino” del locale “Marco Polo” di Mestre.

A Dario Bond Capogruppo consiliare del PDL brillavano gli occhi nel vedere “Il lombetto di agnello dell’Alpago ai sapori di autunno” che oltre alla mela Prussiana, da buon botanico, avrebbe aggiunto anche il melograno. Sicuro del fatto suo anche il rodigino Graziano Azzalin consigliere del Pd, cliente affezionato della cambusa di Maria Romana Rigoni che come antipasto ha proposto “I tocchetti di coniglio con polenta e grani di pepe”. Delicato il “Timballino di zucca con granella di nocciole e tartufo nero della Lessinia” rarità ricercate tra i monti quanto i fossili di Borca.

Per dessert, oltre al dolce di farro con zucca legenaria e Torchiato di Fregona del “Teatro dei sapori” di Castelfranco Veneto, anche l’intervento dell’Assessore regionale Franco Manzato che in tutte le portate ha individuato il trionfo della biodiversità e l’impegno di numerosi agricoltori custodi di saggezza e specialità tramandate da generazioni. “Il patrimonio agroalimentare veneto è firmato dall’identità territoriale – ha detto Manzato, riconoscendo nella differenza la vera ricchezza.

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