A contribuire al valore del mattone è la posizione geografica, tanto che nel 2009 i prezzi medi nelle aree storiche hanno raggiunto quotazioni massime: a Roma (7.400 euro/mq.), Venezia (7.100 euro/mq.) e Milano (6.500 euro/mq.).

Gli aumenti rispetto al 1999, al netto dell’inflazione – spiegano gli esperti dell’ADICO - sono stati nella capitale del 76,8%, in laguna del 58,8%, mentre all’ombra della Madonnina del 46,9%.

A mettere nero su bianco queste cifre uno studio condotto dal Censis, in occasione delle celebrazioni per i 50 anni dell’Ancsa (Associazione nazionale centri storici artistici), associazione nata proprio per promuovere politiche di recupero che attraverso un modello di stima analitico, articolato per città capoluogo e comuni minori, riferito al solo patrimonio residenziale storico (costruito cioè prima del 1919), depurato dallo stock degradato (in condizioni pessime o scadenti), si è arrivati a un valore complessivo delle abitazioni storiche pari a 947,4 miliardi di euro.

“Così, se alle abitazione si aggiungono anche gli edifici destinati a uffici privati, alberghi, pubblici esercizi e negozi – ha spiegato il presidente del Censis, Giuseppe Roma – il valore commerciale dei centri storici potrebbe sfiorare un ammontare fra 1,5 e 2 volte il Pil, esclusi naturalmente monumenti, palazzi d’uso pubblico e beni artistici, che sono una ricchezza che non ha senso monetizzare”.

Percentuali che hanno fatto aumentare la forbice fra i prezzi in centro, cresciuti mediamente di circa il 5% annuo, e quelli in periferia, aumentati per meno del 3%.

Tanto che per il presidente Roma, i centri storici non solo “sono un fattore costitutivo dell’identità nazionale per la straordinaria accumulazione di valori storici, artistici e architettonici che li caratterizzano, ma rappresentano anche una notevole fonte di ricchezza economica, che si è rivalutata moltissimo nell’ultimo decennio ed è uscita indenne dalla crisi”.

Un valore che raggiunge il 37% nei centri storici del Nord-Ovest, dove è localizzato il 34% dei metri quadri più antichi e dove pesano gli elevati valori immobiliari di Milano e di centri medi di elevatissimo pregio. Il Nord-Est rappresenta, invece, il 18,8% del valore economico complessivo, a fronte del 20,1% del patrimonio. La quota del Centro Italia in termini di valore economico è pari al 24,6% sul totale nazionale (e qui pesa il grande centro storico di Roma), mentre se si considerano le dimensioni fisiche del patrimonio la quota corrispondente è pari al 21,8%. Infine, nel Mezzogiorno è presente il 24,1% delle abitazioni costruite prima del 1919, ma si totalizza solo una quota del 19,6% in termini di valore.