Protesta pastori:-32% export in USA, “falsi” 2 pecorini su 3
La presenza di prodotti pecorini “taroccati” sui mercati internazionali è una causa importante della crisi del settore poiché è destinato all’esportazione circa un quarto dell’intera produzione nazionale, per un volume che nel 2009 è stato di ben 16 milioni di chili.
Negli Stati Uniti i prodotti di imitazione stanno prendendo progressivamente il posto di quelli originali in arrivo dall’Italia, con un crollo del 32 per cento delle esportazioni di pecorino e fiore sardo in valore nel primo semestre del 2010, secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat. Ad avvantaggiarsene sono i “falsi” realizzati negli Stati del Wisconsin, California e New York, venduti ad esempio con il nome di “romano” cheese, ma anche quelli importati dall’estero, soprattutto dall’Europa, che utilizzano nomi di fantasia. E’ il caso della società Lactitalia che esporta in Usa e in Europa e produce in Romania formaggi di pecora venduti con marchi che richiamano al Made in Italy come Toscanella, Dolce Vita e Pecorino. Una società di proprietà della Simest, controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico, e dei Fratelli Pinna attraverso la Roinvest con sede a Sassari, con amministratori, tra gli altri, Andrea Pinna, che è vicepresidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano, e Pierluigi Pinna, consigliere dell’organismo di controllo dei formaggi pecorino Roma, Sardo e Fiore Sardo Dop, che dovrebbero promuovere il vero pecorino e combattere la concorrenza sleale e le contraffazioni.