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UE prevenzione incidenti industriali: Italia applichi regole

30/09/2010
La Commissione europea ha chiesto all'Italia ad applicare correttamente le norme UE sui grandi rischi industriali. Il caso specifico si riferisce alle autorità della Provincia di Trieste, che non sono state in grado di fornire informazioni sufficienti al pubblico sulle misure di sicurezza e il comportamento necessario in caso di incidente industriale. L'Italia ha due mesi di tempo per rispondere al parere motivato secondo le procedure di infrazione dell'Unione europea. In mancanza di una risposta, la Commissione può deferire il caso alla Corte di giustizia europea.

La direttiva europea in questione, comunemente nota come "Seveso II", venne approvata nel 1982 in seguito agli effetti devastanti dell'incidente occorso nell'impianto chimico di Seveso, in Lombardia, sei anni prima. Il suo obiettivo è quello di prevenire incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose e limitarne le conseguenze sui cittadini e sull'ambiente. I requisiti si applicano agli stabilimenti in cui sono immagazzinate sostanze pericolose in quantitativi superiori alle soglie specificate nella direttiva. Nel caso in cui questi quantitativi vengano superati, la direttiva impone allo Stato di informare la popolazione che potrebbe essere colpita da incidenti industriali, in modo regolare e proattivo, sul comportamento da tenere in caso di incidente.

Il Commissario europeo per l'ambiente Janez Potočnik ha dichiarato: "La divulgazione delle informazioni al pubblico è un requisito essenziale della direttiva, dato che questo può giocare un ruolo importante nel ridurre gli effetti degli incidenti industriali".

Secondo l'esecutivo comunitario, le informazioni fornite al pubblico nella Provincia di Trieste sugli stabilimenti a rischio di incidente industriale non è sufficiente per conformarsi alla direttiva. Per questo, la Commissione ha appena inviato un parere motivato alle autorità italiane.

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