Anniversario del Vajont: non basta però la memoria
Il piano proposto dall’ANBI interessa:
- lavori di adeguamento e ristrutturazione dei torrenti e delle rogge (anche con interventi di ingegneria naturalistica) ed interventi per il ripristino delle frane sulle sponde dei canali
- lavori di manutenzione straordinaria e di adeguamento del reticolo idraulico di bonifica, delle centrali idrovore e degli argini
- interventi di manutenzione del reticolo idraulico a difesa dei centri abitati
- realizzazione di opere per il contenimento delle piene (casse di espansione, canali scolmatori) al fine di smaltire gli elevatissimi volumi idrici derivanti dai bacini montani e che giungono a valle sempre più rapidamente
- adeguamento delle infrastrutture idrauliche al territorio urbanizzato
- lavori di stabilizzazione delle pendici, collinari e montane
Si tratta di azioni rientranti nell’ambito delle competenze consortili, ma che hanno bisogno, per un più efficiente risultato, degli interventi e delle azioni delle altre istituzioni locali, realizzandosi il tanto auspicato federalismo cooperativo; conseguentemente è necessaria concertazione e collaborazione sul territorio attraverso la stipula di protocolli d’intesa ed accordi interistituzionali. Il piano proposto, frutto di un monitoraggio svolto sul territorio, richiede un importo complessivo di 4.183 milioni di euro da reperire anche attraverso una proiezione quindicennale dell’impegno di spesa, che potrebbe realizzarsi mediante mutui. «E’ un importo consistente – conclude Gargano - pari a circa 1/15 della manovra finanziaria del 2010, ma è appena un quinto della spesa sostenuta per tamponare i danni delle catastrofi idrogeologiche, verificatesi del decennio 1994-2004 e pari a quasi 21.000 milioni di euro! Un segnale positivo in tal senso sarebbe un gesto concreto e quanto mai opportuno per ricordare tante innocenti vittime della superficialità umana».