Imprese agricole, è tempo di innovare
Nell’era digitale che sta avanzando a grandi passi, l’innovazione in agricoltura deve inevitabilmente partire dalla conoscenza dei bisogni degli imprenditori. Da qui, la necessità di ripensare l’attività di ricerca e di formazione, nonché le azioni di comunicazione e informazione, presupposti che nel loro insieme possono contribuire alla crescita dell’agricoltore-imprenditore, artefice dello sviluppo del sistema produttivo.
L’incontro, aperto dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Franco Manzato, che ha ricordato come i risultati dei seminari contribuiranno a disegnare la strategia regionale agricola per il prossimo decennio, ha visto la partecipazione di accademici ed esperti che hanno posto sul tavolo della discussione argomenti di grande interesse. Questioni che proprio in queste settimane sono in discussione anche presso le sedi istituzionali dell’Unione Europea, in quanto anche a Bruxelles si sta disegnando il futuro dell’agricoltura comunitaria.
Innovazione, dunque, sembra essere la parola chiave attorno alla quale ruota il futuro del settore agricolo, non solo veneto. Innovare l’impresa agricola per rendere più competitivo l’intero sistema agroalimentare e la Regione Veneto, attraverso questi momenti di confronto, intende vederci chiaro per poter svolgere fino in fondo il ruolo che le compete.
Come rendere più competitivo il sistema agroalimentare e la qualità delle produzioni? Come contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici? Come gestire al meglio le risorse naturali? Come rafforzare la diversificazione economica? L’innovazione dell’impresa agricola passa attraverso queste e tante altre domande alle quali la Regione Veneto intende dare delle precise risposte al fine di elaborare una solida strategia pluriennale che rafforzi l’imprenditoria agricola regionale.
Esistono però delle croniche criticità - ha evidenziato il Prof. Giacomo Zanni, dell’Università di Ferrara - che in qualche modo ostacolano l’innovazione del settore agricolo: la debolezza strutturale delle imprese (limitate dimensioni, età degli agricoltori), la scarsità di risorse adeguate, la mancanza di una strategia nazionale, la scarsa disponibilità delle imprese agricole ad integrarsi, la frammentazione stessa degli enti che producono e diffondono innovazione. Ecco così la necessità di puntare su pochi ma buoni obiettivi: qualità dei prodotti, sicurezza alimentare, certificazione, agricoltura conservativa e biologica, biotecnologie, robotizzazione degli allevamenti, agricoltura di precisione, filiera corta, biomasse sono solo alcuni esempi. I futuri strumenti finanziari che la Regione Veneto gestirà nei prossimi anni dovranno necessariamente tener conto di questi elementi che rappresentano i pilastri su cui poggia l’innovazione.
Anche la ricerca – ha ricordato Roberto Esposti, dell’Università Politecnica delle Marche - rappresenta un fondamentale pilastro dell’innovazione. La competitività delle produzioni agroalimentari italiane ed europee poggia sull’attività di ricerca che, però, troppo spesso deve fare i conti con scarse risorse. La stessa PAC investe poco nella ricerca. La discussione e i confronti proseguirà su altre tematiche nei prossimi seminari in programma.