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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Olio, Nord Est: EV targato I.O.O% alta qualità italiana

12/10/2010
Negli ultimi 5 anni le famiglie italiane hanno acquistato nei canali iper, super e libero servizio pubblico più oli extra vergine rispetto ad altre categorie inferiori di oli di oliva in genere. Fatto 100 il consumo di questi oli in Italia, il 72% è rappresentato dalla categoria dell’extra vergine e il 15% dall’olio di oliva. Il dato interessante emerge spacchettando la percentuale del 72% dell’extra vergine che viene suddivisa per l’1% dal prodotto biologico (7,81€/lt), per un altro 1% dal segmento delle Dop e Igp (9.89 €/lt) e per il restante 12% dalla categoria del 100% italiano (4,04 €/lt).

“E’ in quest’ultimo segmento del mercato che si sta sviluppando la competizione innescata dall’ingresso sul mercato del consorzio di I.O.O.% qualità italiana dopo l’entrata in vigore dell’origine obbligatoria in etichetta.” Ha affermato il presidente di Unaprol, Massimo Gargano, che ha aggiunto “di fronte ad un mercato che confonde il consumatore e che è sempre meno premiante e remunerativo, l’alta qualità legata alla identità del territorio rappresenta la carta vincente dell’olivicoltura italiana e del Nord Est in particolare di fronte a consumatori più evoluti ed esigenti”.

Dal convegno dell’Aipo, l’associazione interregionale dei produttori olivicoli del Nord Est aderente all’Unaprol, su “L’olivicoltura di alta qualità un progetto tutto italiano” di Este in provincia di Padova emerge la fotografia della struttura dell’offerta olearia di qualità dell’Italia del Nord Est che continua a rappresentare una nicchia di eccellenza, in evoluzione, all’interno dell’olivicoltura italiana. Dall’indagine dell’osservatorio economico di Unaprol emerge che nel 2009 l’oliveto del Nord Est è cresciuto del 4% per numero di piante di olivo (855.000), rispetto al 2008; percentuale che sale al 5% per gli ettari investiti ad oliveto nello stesso periodo di riferimento.

Positivo il bilancio anche per la zona del Garda Dop dove nel 2009 si registra rispetto al 2008 un incremento del 2,5% del numero di piante (1.180.00 piante), e un incremento del 3% degli ettari investiti. (4.158). Incrementi si registrano anche nell’areale del Friuli Venezia Giulia, con un +11% su 2008 per numero di piante e un +6% su 2008 per ettari investiti.

Apprezzabile il consuntivo della campagna 2009/2010 delle Dop della zona Nord Est. Per il Garda Dop sono stati certificati 12.078 quintali di olio extra vergine, cui i aggiungono i 7.450 quintali del Veneto Dop e i 1.150 quintali certificati per la Dop Tergeste in Friuli Venezia Giulia.

“Buone, intanto, le prospettive per la prossima campagna olivicola ed olearia”, sottolinea il direttore di Unaprol Ranieri Filo della Torre che preannuncia un aumento di circa il 10%, rispetto al 2009, per l’Italia. In crescita anche i consumi in Russia, Australia, Brasile e Stati Uniti. In ripresa l’export che registra un +13% nel primo trimestre 2010, quasi interamente dovuto alla categoria dell’extravergine 100% italiano, delle Dop e del biologico.

Riflettori puntati nel frattempo sulle recenti inchieste condotte da associazioni di assaggiatori in Germania e Regno Unito e dell’Università di Davis negli USA che segnalano l’elevarsi di una soglia di attenzione sulla qualità. “I risultati disastrosi di alcune marche anche italiane dimostrano che una battaglia condotta solo sui prezzi e che sacrifica qualità e trasparenza del mercato non paga”. Ha riferito Filo della Torre che aggiunge “il patto con il consumatore italiano e nel mondo si vince con un forte progetto di filiera tutta agricola e italiana capace di legare origine e qualità in maniera assolutamente trasparente al di fuori di furberie e scorrettezze e uso fraudolento dei TPA, il traffico di perfezionamento attivo.

Per questo è in campo il progetto del Consorzio I.O.O.% alta qualità italiana. “Un progetto che lega produttori e frantoiani ha concluso Massimo Gargano che sta incontrando l’interesse dei consumatori, dei confezionatori e dei distributori desiderosi di distinguersi da un mercato torbido che meriterebbe un urgente forte piano di controlli”.

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