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L'Unione per l'Innovazione - intervento di Antonio Tajani

13/10/2010
L'Unione per l'innovazione è una delle sette iniziative faro di "Europa 2020" ed è stata sviluppata di pari passo con la comunicazione sulla nuova politica industriale europea, di cui sono responsabile, e che verrà adottata il 27 ottobre. Le due strategie sono le due facce della stessa medaglia: perché non ci può essere crescita senza innovazione. Cosi come non ci può essere innovazione senza l'industria e le piccole e medie imprese.

Infatti, se il laboratorio di un centro di ricerca ha la testa e il cuore proiettati nel futuro - come è giusto che sia - l’industria, invece, si confronta quotidianamente col mercato. Se un’impresa - di dimensioni grandi o piccole - fa professione di innovazione, allora state certi che il suo discorso inizierà con questa frase: “Oggi produco questo articolo. In futuro produrrò qualcosa di nuovo, oppure continuerò a produrre questo stesso articolo, ma in maniera diversa, con caratteristiche diverse e a costi inferiori… in risposta alle mutate esigenze del mercato”.

Con la nostra strategia sulla politica industriale punteremo ad assicurare una catena del valore solida, diversificata e competitiva nel settore del manifatturiero, con una particolare attenzione alle PMI. Non sarà possibile raggiungere una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva – questo è l'obiettivo definito in Europa 2020 - se le imprese e le PMI europee non riusciranno ad affrancarsi dal vecchio modo di intendere e fare industria. E se non punteranno sull'innovazione.

Scarsa competitività, bassi livelli di produttività e incapacità di creare nuova occupazione sono spesso il risultato di ridotti o inesistenti investimenti in innovazione. Per raggiungere nel 2020 l'obiettivo del 3% di investimenti in Ricerca e Sviluppo è stato calcolato che saranno necessari investimenti aggiuntivi da parte delle imprese private per un totale di 150 miliardi di euro, rispetto ai livelli del 2008.

Di qui l'importanza di puntare su un nuovo concetto, più ampio di innovazione, che sia in grado di cogliere tutte le potenzialità dei diversi settori. Innovare, oggi, non significa concentrarsi unicamente sulla tecnologia ma guardare anche ad altri modelli d’innovazione: di processo, sociale, di design, legata ai servizi, al branding o alle industrie creative e culturali.

Ma perché gli imprenditori possano compiere, con successo, quel passaggio che fa si che si passi dalle idee al mercato, è più che mai fondamentale, in particolar modo in questo momento di crisi, creare le giuste condizioni per l'innovazione ed eliminare gli ostacoli che oggi impediscono alle idee di entrare sul mercato.

Nel documento sono identificati diverse aree di intervento principali, come il rafforzamento degli investimenti in conoscenza, le giuste condizioni di base e rimuovere gli ostacoli all'innovazione, o la frammentazione del mercato interno e la duplicazione dei costi. È essenziale usare le risorse in modo più strategico per raggiungere una massa critica di investimenti.

Cosa farà concretamente l'"Innovation Union" per le imprese e le PMI?

In primo luogo punterà sulla semplificazione e sull'accesso ai programmi europei di Ricerca, in particolare per le PMI e le microimprese. Sull'accesso al credito, verranno realizzati venture capital transfrontalieri, e la Banca Europea per gli Investimenti garantirà investimenti nel trasferimento tecnologico e in start up. Per diminuire il costo dei brevetti sarà importante raggiungere il prima possibile un accordo sul brevetto europeo, che permetterà di far risparmiare alle imprese quasi 250 milioni di euro l'anno. Oggi un'impresa europea deve sborsare circa 192.000 euro per ottenere e mantenere un brevetto valido nei 27 paesi membri. La stessa operazioni negli USA costa 4412 euro.

Anche gli appalti pubblici rappresentano un vero e proprio motore per gli investimenti in innovazione, come abbiamo già fatto nel settore dei trasporti con la direttiva sui "Veicoli puliti e ad alta efficienza energetica", che incoraggia le pubbliche amministrazioni a utilizzare e produrre nuove tecnologie pulite ed eco-efficienti. Il sistema di standardizzazione sarà riformato, per rendere le procedure di adozione degli standard più rapide e soprattutto in grado di rendere l'Europa competitiva sul mercato globale, in particolar modo nel settore dell'ICT.

Su design e la creatività, nel 2011 la Commissione avvierà due iniziative fondamentali: lo European Design Leadership Board e l’ Alleanza delle Industrie creative europee, cui si accompagneranno nuovi programmi nazionali ed europei, e il lancio di un marchio d'eccellenza europeo per il design. E ancora, la Commissione europea lancerà nel 2011 di un Programma di Ricerca sulla Innovazione nel settore della pubblica Amministrazione e sulla Innovazione Sociale;

Si deve anche far miglior uso dei fondi strutturali, ad esempio gli 86 miliardi di euro programmati per la ricerca e l'innovazione nel periodo 2007-2013. Inoltre, la programmazione dei fondi europei dopo il 2013 sarà focalizzata maggiormente verso l'innovazione. In questo contesto un ruolo importante potrà essere svolto anche dai clusters per l'innovazione.

Ultimo punto, il concetto dei Partenariati per l'Innovazione. Innovare significa anche contribuire in maniera decisiva all’evoluzione della società e dell’economia, apportando nuove soluzioni in grado di rispondere in modo rapido ed efficace alle principali sfide sociali, come ad esempio il cambiamento climatico, l’aumento demografico, l’invecchiamento della popolazione e la scarsità di materie prime. Avvieremo a gennaio 2001 di un primo progetto Pilota per favorire l'Invecchiamento in buona salute. Ne seguiranno altri nel 2011, nel settore dell'acqua, della Mobilità intelligente, delle Smart Cities e delle materie prime. Tutti questi partenariati hanno uno spiccato aspetto competitivo e sono convinto che l'industria, assieme al mondo della ricerca e grazie ad un impegno politico ai massimi livelli, potrà svolgere il suo ruolo per contribuire a rispondere alla sfide sociali alle quali noi, tutti, siamo confrontati.

Antonio Tajani

Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per Industria e imprenditoria

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