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Dai diritti dell’estetista alla sicurezza del cliente

14/10/2010
In attesa che il Ministero della Sanità si decida ad emanare il decreto, atteso da vent’anni e previsto dalla legge in vigore, che fissi i requisiti tecnici e le modalità di utilizzo delle apparecchiature ad uso estetico, nonché le cautele d’uso, Confartigianato Benessere assieme alle altre organizzazioni di categoria hanno deciso di auto tutelarsi.

Nasce così la “Carta dei Diritti dell’Estetista”. Uno strumento attraverso il quale guidare gli estetisti professionisti alla conoscenza dei propri diritti nella fase di acquisto dei beni strumentali. La carta prevede, infatti, una precisa assunzione di responsabilità da parte di produttori, importatori e distributori di apparecchiature rispetto alla dichiarazione di conformità CE, alla provenienza dei componenti dell’apparecchio, alle norme di sicurezza relative agli strumenti elettrici, all’energia erogata, al rischio biologico, alla correttezza della comunicazione, alla formazione sull’uso dell’apparecchio, alla garanzia.

“I recenti sequestri, in 265 centri estetici in tutta la penisola, di apparecchiature elettromeccaniche per uso estetico corredate da dichiarazioni di conformità false e di difficile riscontro –spiega Anna Parpagiolla presidente regionale veneta e nazionale di Confartigianato Estetica- hanno riportato alla ribalta quanto sia pericoloso per operatori e clienti la carenza normativa in materia. Una carenza evidenziata più volte negli ultimi vent’anni dalle Organizzazioni di rappresentanza di un settore in netta evoluzione a livello strutturale (attualmente il 35% delle imprese “della bellezza” opera in regime società di capitali)”.

“La “Carta dei Diritti”, -prosegue Parpagiolla- era divenuto uno strumento indispensabile per un comparto che ha, negli ultimi anni, incrementato in modo esponenziale l’utilizzo delle apparecchiature elettromeccaniche per uso estetico, impiegate quotidianamente in oltre 120 mila trattamenti. Dal semplice depilatore elettrico o elettronico alle lampade UV, dall’elettrostimolatore alla ionoforesi, solo per citarne alcune. Le 25 mila imprese che operano nel campo della bellezza (oltre 2mila quelle attive in Veneto) eseguono annualmente circa 40 milioni di trattamenti estetici con l’ausilio di macchinari”.

“Auspico –conclude Parpagiolla- che questo protocollo sia presto condiviso dal maggior numero possibile di aziende produttrici di apparecchiature e che sia compreso e sostenuto dalle Associazioni di tutela dei consumatori. I costruttori che lo rispetteranno seriamente rappresenteranno un punto di riferimento importante per la nostra Categoria rispetto al nostro obiettivo di tutela del benessere del cliente, che costituisce il nostro prezioso patrimonio”.

Il profilo dei centri estetici italiani: 91 metri quadrati la dimensione media, la metà dei quali collocati su strada mentre la restante parte è ubicata all’interno degli edifici. Ogni centro è dotato di 4,6 cabine e vi operano 2,2 addetti, senza contare i collaboratori occasionali. Il numero medio di clienti settimanali, per centro, è di 54,6. I ricavi derivano principalmente da trattamenti viso e corpo (37%), mani, piedi e ricostruzione unghie (24%), depilazione (22%), Solarium (10%).

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