Parlamento europeo: votata direttiva contro ritardi pagamenti
La direttiva tutela i creditori, che sono nella maggior parte dei casi delle piccole e medie imprese. Gli enti pubblici dovranno pagare le fatture entro 30 giorni, e se non lo faranno pagheranno un interesse di mora dell'8 per cento.
Il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per industria e imprenditoria, ha dichiarato: "Chi lavora dev'essere pagato tempestivamente. Questo è un principio fondamentale di correttezza, ed è decisivo per la solidità di un'impresa, delle sue disponibilità finanziarie e del suo accesso a credito e finanziamenti. Questa direttiva aiuterà l'intera economia europea e quindi mi felicito dell'esito positivo del voto al Parlamento europeo".
Si stima che questa misura dovrebbe rimettere in circolo circa 180 miliardi di liquidità: a tanto ammonta infatti il credito dovuto dalla pubblica amministrazione al sistema delle imprese in tutta l'UE.
Il problema riguarda soprattutto l'Italia, e si è aggravato recentemente: nel 2008 la media dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione era di 40 giorni, in due soli anni la cifra è più che raddoppiata: 86 giorni di ritardo in media nel 2010, mentre la Francia è a 21 giorni, la Germania a 11, il Regno Unito a 19 e la Finlandia a 4.
La principale novità introdotta dalla norma appena approvata è che il termine dei pagamenti per i beni e i servizi che gli enti pubblici acquistano dalle imprese viene fissato a 30 giorni, ed esteso a 60 giorni in circostanze del tutto eccezionali o in settori particolari come ad esempio quello della sanità.
Per assicurare l’autonomia contrattuale delle imprese nelle transazioni commerciali tra privati, esse devono regolare le fatture entro 60 giorni, a meno che non abbiano espressamente concordato altrimenti e che ciò non costituisca una condizione manifestamente iniqua. Le imprese avranno il diritto automatico di esigere il pagamento degli interessi di mora e di ottenere altresì un importo fisso minimo di €40 a titolo d’indennizzo dei costi di recupero del credito. Le imprese potranno comunque esigere anche il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine.
il tasso di legge applicabile agli interessi di mora viene aumentato e portato ad almeno 8 punti percentuali al di sopra di quello di riferimento della Banca centrale europea. Non è consentito agli enti pubblici fissare tassi inferiori per gli interessi di mora.
Viene reso più facile per le imprese contestare in tribunale termini e pratiche manifestamente iniqui, e viene introdotta maggiore trasparenza e un’accresciuta sensibilizzazione del pubblico: gli Stati membri saranno tenuti a pubblicare i tassi applicabili agli interessi di mora, per renderli più accessibili per le imprese.
Gli Stati membri dell'UE vengono incoraggiati a redigere codici di prontezza dei pagamenti, e hanno la facoltà di mantenere o porre in vigore leggi e regolamenti contenenti disposizioni più favorevoli ai creditori di quelle stabilite dalla direttiva. La direttiva andrà recepita negli ordinamenti nazionali entro ventiquattro mesi dalla sua adozione.