Italia non rispetta la direttiva europea sicurezza cantieri
La direttiva stabilisce, invece, che, in ogni cantiere in cui sono presenti più imprese, il committente o il responsabile dei lavori nomina un coordinatore incaricato dell’attuazione dei principi generali di prevenzione e di sicurezza per la tutela dei lavoratori. Impone inoltre che il committente o il responsabile dei lavori controlli che sia redatto un piano di sicurezza, quando si tratti di lavori che comportano rischi particolari per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
La Corte di Giustizia europea si è occupata di questo tema, a seguito di un ricorso sollevato dalle autorità del Trentino Alto Adige. Il Tribunale di Bolzano ritiene infatti che le deroghe previste dal diritto italiano all’obbligo di designare un coordinatore per la sicurezza violino la direttiva europea. La legge italiana non considera che anche lavori non soggetti a permesso di costruire possano essere pericolosi, e perciò non richiede la nomina di un coordinatore per la sicurezza.
Nella sentenza, la Corte di giustizia europea ricorda che la direttiva non ammette deroghe all'obbligo previsto, e quindi si oppone alla legge italiana. Un coordinatore in materia di sicurezza e di salute deve essere sempre nominato per tutti i cantieri in cui vi sono più imprese al momento della progettazione o, prima dell’esecuzione dei lavori, indipendentemente dalla circostanza che i lavori siano soggetti o meno a permesso di costruire o che tale cantiere comporti o no rischi particolari.
Inoltre, per il piano di sicurezza e di salute, la direttiva autorizza gli Stati UE a derogare all’obbligo di redigerlo, dopo consultazione, tranne nel caso di lavori che comportano rischi particolari. Anche in questo caso, la norma nazionale, in contrasto a quella europea, prevede l’obbligo per il coordinatore di redigere un piano di sicurezza e di salute solo quando in un cantiere di lavori privati, non soggetti a permesso di costruire, intervengono più imprese.
La Corte di Giustizia è un organo fondamentale dell'UE. Essa ha la funzione di garantire il rispetto del diritto comunitario, grazie anche ai ricorsi sollevati dagli organi giurisdizionali dei vari Stati. La Corte non risolve la controversia nazionale, ma vincola indirettamente il giudice nazionale che ha proposto ricorso e gli altri giudici, se si tratta di problemi simili.