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Schengen c'è, ma alle frontiere si frena ancora

21/10/2010
Difficoltà legate a verifiche periodiche e sistematiche in certe zone di frontiera, ostacoli alla scorrevolezza del traffico ai valichi di frontiera stradali e ritardi nel notificare il ripristino dei controlli: sono queste i problemi che ancora esistono nella zona Schengen, ovvero l'area europea in cui non esistono più le frontiere interne, come emerge da una relazione appena pubblicata dalla Commissione europea. Tutti i Paesi confinanti via terra con l'Italia, Svizzera inclusa da un anno fa, fanno parte dell'area di libera circolazione.

"La creazione di uno spazio senza frontiere interne in cui le persone possono circolare liberamente rappresenta uno dei più grandi traguardi della cooperazione europea e un vantaggio reale per i cittadini. È deplorevole che non tutti ne rispettino le regole, come si legge nella relazione", ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria UE per gli Affari interni.

L'accordo di Schengen prevede che le persone, indipendentemente dalla loro cittadinanza, possano attraversare le frontiere interne ovunque senza dover subire verifiche di frontiera. Sono invece consentite su tutto il territorio, anche nelle zone di frontiera, le verifiche sulle persone effettuate dalle autorità competenti degli Stati membri nell’esercizio delle competenze di polizia.

La Commissione è preoccupata per le difficoltà segnalate dai viaggiatori, che subirebbero verifiche periodiche e sistematiche in determinate zone di frontiera interne. Gli Stati giustificano questi controlli con ragioni di sicurezza, ma sono molto restii a informare le autorità europee su questo tipo di controlli.

La Commissione sta pertanto esaminando i reclami e chiedendo spiegazioni agli Stati Schengen. Se queste non saranno soddisfacenti, la Commissione utilizzerà tutti i mezzi a disposizione per assicurare la corretta applicazione del diritto dell’Unione e solleciterà statistiche sui controlli di polizia effettuati nelle zone di frontiera. Oltre a ciò, nella proposta di revisione del meccanismo di valutazione di Schengen, la Commissione prevede di organizzare visite sul posto senza preavviso per essere sicura che non siano fatte verifiche alle frontiere interne.

Inoltre sono tuttora mantenute ai valichi stradali delle frontiere interne grosse infrastrutture legate all'epoca precedente, spesso combinate a forti limitazioni della velocità. Gli Stati dovrebbero eliminare tutti questi ostacoli per favorire lo scorrimento del traffico, e anche i limiti di velocità non dettati esclusivamente da considerazioni di sicurezza stradale.

L’accordo di Schengen, firmato il 14 giugno 1985 da Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo e Paesi Bassi, sopprime i controlli sistematici alle frontiere interne e consente alle persone di circolare liberamente nello spazio Schengen, che oggi comprende 25 paesi: 22 dell'UE (Italia compresa, ovviamente), e Norvegia, Islanda e Svizzera. Bulgaria, Romania e Cipro applicano per ora solo parte della normativa Schengen, pertanto alle frontiere con questi tre Stati membri UE si continuano a effettuare le verifiche di frontiera.

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