Pesca: l’Alto Adriatico non basta
I dati, a cura dall’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura di Veneto Agricoltura, con sede a Chioggia (VE), sono stati elaborati su fonti statistiche Istat (Italia), Crostat (Croazia) e Slostat (Slovenia).
Eclatante il dato del Veneto, regione che incide maggiormente sul saldo negativo del bilancio commerciale ittico dell’area: 218,4 milioni di euro il valore delle importazioni e 46 milioni circa le esportazioni (-172 milioni circa, il saldo).
L’unica area in controtendenza è la Croazia il cui saldo risulta positivo per 62 milioni circa (da sola esporta il 40% dell’intera area).
Entrando nel dettaglio, se la quota di pesce vivo importato può considerarsi irrisoria, rilevanti per il Veneto sono gli acquisti di pesci refrigerati e di molluschi, tanto più in rapporto alle esportazioni delle stesse specie.
Il Paese maggior esportatore verso le regioni alto adriatiche italiane nel 2009 è stata la Spagna che da sola ha invaso le nostre pescherie con prodotti ittici freschi, refrigerati e lavorati per oltre 46 milioni di euro (15% del totale importato, 14,6% Francia e 12% Danimarca). Comunque la stessa nazione iberica è stata il primo Paese destinatario del nostro pesce assorbendo il 35% del totale esportato (18% la Germania e 9% la Francia).
Il trend del primo semestre 2010 vede un Veneto ancora più scoperto sul versante esportazioni rispetto al dato del 2009 e all’ultimo quinquennio. Nello stesso periodo la Croazia ha ampliato progressivamente la forbice tra esportazioni ed importazioni con un saldo sempre più positivo.