Nuova centrale idroelettrica a Arlesega di Mestrino (PD)
Arrivata l’era moderna, agli opifici subentrarono le centrali idroelettriche, inizialmente unica forma di produzione energetica a larga scala, poi affiancate da altri tipi di impianti.
In Italia, la loro validità si mantiene tuttora non tanto per la quantità di energia prodotta, quanto per la caratteristica di utilizzare una risorsa pulita e rinnovabile: l’acqua!
Nel sito di San Lazzaro a Bassano del Grappa (Vicenza), il Consorzio di bonifica Brenta è già titolare di tre tipologie di utilizzo idroelettrico per una produzione complessiva annua di circa 12 milioni di chilowattora. Oltre ai benefici ambientali, va sottolineato il vantaggio economico, visto che il Consorzio è un forte consumatore di energia destinata al funzionamento degli impianti di pompaggio idraulico sia ad uso irriguo che di bonifica.
Il Consorzio, da alcuni anni, ha già progettato ulteriori centrali idroelettriche per l’utilizzo dei salti d’acqua lungo propri canali. Si tratta di 10 nuovi impianti per una produzione elettrica annua di circa 21 milioni di chilowattora, consentendo di triplicare quanto oggi prodotto.
Ora, uno di questi vede finalmente avviata la parte esecutiva: il presidente dell’ente consortile, Danilo Cuman, ne ha infatti ritirato l’autorizzazione dagli uffici del Genio Civile di Padova.
Si tratta della centrale idroelettrica sul fiume Ceresone in località Arlesega di Mestrino, nel padovano. Il progetto è del 2005: prevede la posa di una coclea (cosiddetta “vite di Archimede”) su un salto idraulico al fine di produrre circa 500.000 chilowattora annui. A fianco della turbina sarà anche realizzata una scala di risalita per i pesci. Il costo si ammortizzerà in 5 anni grazie alle agevolazioni, concesse dai certificati verdi.
Dal punto di vista ambientale, significherà ridurre le emissioni nocive in atmosfera: con questa nuova centrale idroelettrica, infatti, si risparmierà il consumo di 125.000 chili di petrolio all’anno e si eviterà l’immissione in atmosfera di 350.000 chili di anidride carbonica.
«Si sa che il nostro Paese è in grosso ritardo sulla questione energetica – afferma il presidente del Consorzio di bonifica Brenta – Importiamo dall’estero, usiamo energia bruciando combustibili fossili destinati ad esaurirsi a breve, le nostre bollette elettriche sono tra le più salate. Tra gli obiettivi della Comunità Europea vi è l’impegno di produrre il 20% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2020. Iniziative come le nostre si inquadrano in questo panorama: penso quindi che dovrebbero essere agevolate e stimolate».
L’auspicio del Consorzio è quindi che, anche sulle altre nove iniziative consortili, gli uffici regionali possano sollecitamente concludere l’istruttoria.
«E’ inoltre importante che, in caso di concorrenza, venga data priorità al Consorzio rispetto ai privati – continua Cuman – perché l’ente consortile destina gli introiti dalla produzione ad attività di tutela del territorio, mentre i privati se li intascano. In alcune situazioni, ci troviamo in queste spiacevoli concorrenze e riteniamo si debba preferire l’iniziativa pubblica, che dà un ritorno alla collettività».
In questo senso, poche sere fa, l’Assemblea del Consorzio ha votato, all’unanimità, una mozione, che verrà trasmessa alla Regione Veneto ed agli altri Consorzi di bonifica, perché la facciano propria.
Nella foto in allegato un esempio di centrale idroelettrica a Coclea