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Per la prima volta Italia non sfora le sue quote latte

04/11/2010
Per la prima volta Italia non sfora le sue quote latteGrazie all'aumento delle quote approvato con la riforma della PAC del 2008, per la prima volta la produzione italiana di latte è rimasta entro i limiti della quota, mentre la produzione europea complessiva è stata del 7% inferiore al volume globale delle quote, a fronte di uno scarto del 4,2% nel precedente periodo annuale di applicazione delle quote 2008/09 (dal mese di aprile 2008 al marzo successivo). Danimarca, Paesi Bassi e Cipro sono i soli Stati UE che hanno superato le quote latte nel periodo 2009/10. Le multe ammontano complessivamente a 19 milioni di euro, stando alle cifre provvisorie pubblicate dalla Commissione europea, contro un prelievo supplementare che l'anno scorso aveva raggiunto i 99 milioni di euro e ben 340 milioni di euro l'anno prima.

In Italia, il numero di produttori nella stagione 2009/10 è di 37.337, per un totale di circa 10 milioni e mezzo di tonnellate consegnate, il 3,7% in meno rispetto alla quota assegnata. L'anno precedente il superamento della quota italiana era stato dell'1,5%.

Il risultato italiano ha soddisfatto Dacian Cioloş, commissario europeo all'Agricoltura e allo sviluppo rurale, che ha affermato: "Nonostante la notizia che l'Italia è finalmente riuscita a rimanere entro la sua quota, il periodo di produzione 2009/10 sarà ricordato soprattutto per le gravi difficoltà incontrate dai mercati di altri Stati. Con l'aiuto del gruppo ad alto livello istituito appositamente per analizzare la crisi del mercato abbiamo studiato attentamente la situazione e confido che le proposte che presenterò in dicembre permetteranno ai produttori di latte di affrontare meglio i mutamenti del mercato e creeranno più stabilità nel periodo che resta fino alla cessazione del regime delle quote nel 2015."

Complessivamente la Danimarca, i Paesi Bassi e Cipro sono responsabili di un superamento delle rispettive quote nazionali pari a 70.000 tonnellate. In base alle dichiarazioni annuali degli Stati membri, le quote sono state rispettate in tutti gli altri 24 Stati dell'UE. Si è registrato un incremento delle consegne di latte soltanto in dieci Paesi: Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Spagna, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria e Finlandia. Le consegne globali, infatti, sono scese dello 0,6% data la difficile situazione del mercato, con un calo di oltre il 2% in undici Stati: Repubblica ceca, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Romania, Slovacchia e Svezia.

Nell'Unione europea la commercializzazione di latte vaccino è soggetta a quote: ogni Paese dispone di due quote, una per le consegne di latte ai caseifici e una per le vendite dirette ai consumatori. Queste quote complessive sono ripartite tra i produttori (quote individuali) di ogni Stato. Per il periodo annuale 2009/10 (aprile 2009 – marzo 2010) la quota complessiva per le consegne ai caseifici era di 488,8 milioni di tonnellate, suddivise in 836 000 quote individuali. La quota "vendite dirette" ammontava invece a 3,5 milioni di tonnellate suddivisa in quasi 370 000 quote individuali.

In caso di superamento della quota nazionale in uno Stato, i produttori che hanno contribuito all'eccedenza di produzione sono tenuti a versare un prelievo pari a 27,83 euro per 100 kg di superamento.

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