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Nuove norme europee per lo smaltimento delle scorie nucleari

04/11/2010
Il dibattito sull'energia nucleare in Italia è aperto e intanto la Commissione europea ha proposto nuove norme di sicurezza per lo smaltimento del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi prodotti dalle centrali nucleari e nell'ambito della medicina e della ricerca. La direttiva chiede agli Stati UE di attuare programmi nazionali indicanti quando, dove e con che modalità intendano costruire e gestire depositi per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti, per garantire più elevati standard di sicurezza. Inoltre, diventano vincolanti nell'UE le norme di sicurezza concordate a livello internazionale e vengono introdotte sanzioni in caso di violazione.

Günther Oettinger, commissario europeo per l'energia, così dichiara: "Il problema della sicurezza riguarda tutti i cittadini e tutti i paesi dell'UE, siano essi a favore o contro l'energia nucleare. Dobbiamo assicurarci di applicare le norme di sicurezza più rigorose esistenti al mondo per proteggere i cittadini, l'acqua e il suolo dalla contaminazione nucleare. La sicurezza non conosce confini: un incidente che avviene in un paese può avere effetti devastanti anche in altri".

A più di cinquant'anni dall'entrata in funzione del primo reattore nucleare, a Calder Hall in Gran Bretagna, non esistono ancora depositi per lo stoccaggio definitivo. Ogni anno sono prodotti nell'UE 7.000 metri cubi di scorie ad alta attività radioattiva, che per la maggior parte sono conservate in depositi provvisori. I depositi provvisori sono necessari per ridurre la temperatura degli elementi combustibili e diminuire l'intensità delle radiazioni, ma non costituiscono una soluzione di lungo termine perché hanno bisogno di manutenzione e sorveglianza continue. Secondo il trattato Euratom, l'UE ha il compito di proteggere la popolazione dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti. Ma la scelta delle fonti energetiche è di competenza nazionale: su 27 Stati, 14 dispongono di centrali nucleari. Tra questi non c'è l'Italia (per ora), ma molti Paesi confinanti, tra cui soprattutto la Francia.

La Commissione europea propone un quadro normativo giuridicamente vincolante per garantire che tutti gli Stati dell'UE applichino le norme comuni elaborate nell'ambito dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) in tutte le fasi della gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, fino al loro smaltimento definitivo.

Entro quattro anni dall'adozione della direttiva, gli Stati UE devono elaborare programmi nazionali comprendenti piani per la costruzione e la gestione di impianti di smaltimento, un calendario preciso per la loro realizzazione, le tappe fondamentali e le attività necessarie per applicare il tipo di smaltimento previsto, la valutazione dei costi e i sistemi di finanziamento prescelti. Due o più Stati dell'UE possono decidere di utilizzare un deposito per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti, ubicato sul territorio di uno di essi. Non è consentito esportare scorie nucleari destinate allo smaltimento definitivo verso paesi non UE. L'opinione pubblica deve essere informata dalle autorità del loro Paese e coinvolta nel processo decisionale sulla gestione delle scorie nucleari. Infine, le norme dell'Agenzia internazionale prevedono l'istituzione di un'autorità indipendente, che rilasci le autorizzazioni a costruire i depositi e per ciascuno di essi verifichi l'analisi della sicurezza.

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