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Una nuova politica commerciale per l'UE nei prossimi 5 anni

09/11/2010
Nella giornata di martedì 9 novembre la Commissione europea ha presentato il suo progetto per una politica commerciale che contribuisca a rivitalizzare l'economia dell'Europa. "Commercio, crescita e affari internazionali" è il titolo della proposta che copre un settore di competenza esclusiva della Commissione e di estrema importanza per le imprese e per le economie dei diversi Paesi: quello dei negoziati commerciali.

Il commercio funge da motore per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro e la strategia proposta è quella di ridurre le barriere commerciali, aprire i mercati globali e ottenere condizioni eque per le imprese europee. "Il commercio promuove la ripresa economica dell'Europa mediante la crescita e la garanzia dei posti di lavoro", afferma Karel De Gucht, commissario europeo al commercio. "Una nuova strategia commerciale aprirà i mercati e collegherà l'Europa alle principali fonti e regioni di crescita globale. Il mio obiettivo è quello di garantire che tutte le imprese europee beneficiano di condizioni eque e che i nostri diritti siano rispettati in modo che tutti possano beneficiare dagli effetti positivi del commercio."

Il documento illustra i tre benefici del commercio per l'Europa: una maggiore crescita economica, più posti di lavoro e più possibilità di scelta per i consumatori a prezzi più bassi. Il primo punto è il completamento dell'ambiziosa agenda di negoziati all'Organizzazione Mondiale del Commercio (il Doha Round è sostanzialmente bloccato da più di un anno), ma anche con partner commerciali emergenti come l'India e il Mercato comune del Sudamerica (Mercosur). Completare quest'agenda, secondo i calcoli europei, aumenterebbe il PIL europeo di oltre l'un percento all'anno.

Secondo aspetto, approfondire le relazioni commerciali con altri partner strategici come USA, Cina, Russia e Giappone, concentrandosi sull'eliminazione delle barriere commerciali non tariffarie. Terzo, aiutare le imprese europee ad accedere ai mercati globali lavorando sull'equilibrio degli accordi, ma anche sull'accesso agli appalti pubblici e ai mercati più chiusi.

Si dovranno poi avviare negoziati su misure globali di investimento con alcuni dei nostri partner principali, e garantire un commercio equo e la difesa dei nostri diritti, traducendo le promesse su carta in benefici concreti. Infine, garantire che i benefici del commercio siano estesi a tutti, e legati anche alle priorità europee per lo sviluppo dei paesi più poveri, attraverso un nuovo insieme di regole per le preferenze commerciali per i paesi in via di sviluppo.

Tali priorità riflettono le preoccupazioni dei cittadini in tutta l'UE. Secondo un'indagine Eurobarometro sul commercio internazionale pubblicata oggi, due terzi dei cittadini europei ritengono che l'UE ha tratto beneficio dal commercio internazionale. Inoltre la maggioranza è fiduciosa che i prodotti e i servizi europei possono competere con successo nel mercato globale.

Queste misure sono basate su una consultazione pubblica, realizzata con 26 635 interviste (oltre mille in Italia) ai cittadini nei 27 Stati membri dell'UE tra agosto e settembre. Il 65% degli italiani acquista prodotti o servizi di Paesi al di fuori dell'UE, anche se molti italiani ritengono che la qualità dei prodotti extra-ue sia peggiorata. Per i cittadini i principali vantaggi di una politica commerciale efficace sono la creazione di posti di lavoro, una scelta più ampia di prodotti e servizi a prezzi più bassi e una maggiore uniformità di regole a livello mondiale.

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