Cruscotto degli indicatori congiunturali
Ma veniamo ai numeri: al 30 settembre gli insediamenti produttivi ammontano a 90.857 unità con un calo assai contenuto dello 0,6%. Aumentano le imprese del 10% con un saldo positivo di 306 che compensa il numero sempre minore di imprese agricole con un crescere di quelle operanti nell’industria, nel commercio e nel turismo. Soprattutto quest’ultimo comparto sembra ancora trainare l’economia veneziana. Calano le presenze, di appena uno 0,5%, ma aumentano gli arrivi del 3,2%. Merito soprattutto di quel turismo mordi e fuggi che aggredisce la città storica di Venezia, ma che tiene in piedi l’intero comparto.
Infine i dati sulle esportazioni: le imprese veneziane hanno esportato nei primi sei mesi del 2010 beni per oltre 2 miliardi di euro, pari ad un dieci per cento dell’intero Veneto. Il contributo maggiore viene dai mezzi di trasporto, cioè le navi contruite a Porto Marghera. In difficoltà il tessile e l’abbigliamento, crescono dell’8,5% le calzature. Bene anche i metalli, i prodotti chimici e gli apparecchi elettrici. Tra i paesi, il dato più significativo è l’esportazione verso i paesi ‘storici’ dell’Europa comunitaria, più India che Cina, tanto Medioriente. E l’export verso gli Stati Uniti è cresciuto del 285%: come a dire che le condizioni per la ripresa ci sarebbero, sperando che l’alluvione non faccia flettere verso il basso tutti gli indici.