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E dagli all'untore! Lettera aperta direttore Coldiretti PD

17/11/2010
Attraverso una premessa di carattere storico vorrei sviluppare alcune considerazioni in merito alla triste caccia all'untore che ha accompagnato, fin dai primi tremendi momenti, una calamità dalle dimensioni solo per i miopi non prevedibili, quale è stata la alluvione dei primi di novembre. Chi è l'untore? Una figura di manzoniana memoria, un individuo che per la credenza popolare, molto diffusa nel periodo della pestilenza di Milano del 1630, sarebbe stato la causa del diffondersi della peste, provocando nei suoi riguardi una persecuzione per certi versi simile alla caccia alle streghe nel Rinascimento.

Ora, il "tiro al bersaglio" contro i Consorzi di bonifica è stato uno sport molto in voga fin dalla prima giornata della catastrofe, sia praticato da alcuni rappresentanti politici che attraverso uno stillicidio di sms durante le numerose trasmissioni televisive, che minuto dopo minuto ci aggiornavano su ciò che stava accadendo. Invece di sparare sul mucchio, Coldiretti, non solo ora, durante l'emergenza, ma anche dopo, non andrà certo a fare processi sommari o a trovare colpevoli.

Quello che ci dobbiamo seriamente chiedere è: perchè è successo? Tanta acqua caduta in poco tempo unita allo scioglimento della neve caduta in montagna nelle scorse settimane? La mancanza delle aree di laminazione, progettate ma solo molto parzialmente realizzate dopo l'alluvione del 1966? La mancata pulizia degli alvei dei fiumi? L'indebolimento degli argini da collegare alla presenza di popolazioni di nutrie e volpi? L'assenza di una manutenzione adeguata degli argini dei fiumi che, lo ricordiamo, sono tutti sopra terra (la stessa non è gestita dai Consorzi di bonifica a cui, invece, è affidata la manutenzione della rete consortile)? La "summa" di tutto quanto sopra elencato? Oppure, una volta per tutte sarebbe bene prendere atto che forse quanto accaduto è anche frutto del fatto che le condizioni del territorio dal 1966 ad oggi sono state profondamente modificate dalla mano umana, attraverso una urbanizzazione senza precedenti, con una cementificazione che da sola accelera la velocità dell'acqua e soprattutto riduce le aree di drenaggio della stessa.

Se i danni stimati nel Veneto arrivano al miliardo di euro, di cui quelli relativi alle sole aree agricole padovane sono pari a 35 milioni e dove i finanziamenti necessari per ripristinare completamente la rete consortile della nostra provincia superano i 90 milioni di euro, mi auguro che gli enti preposti, siano essi Autorità di Bacino o Genio Civile, denuncino la reale situazione in cui versa il nostro sistema fluviale e dicano di quanto c'è bisogno per metterlo in sicurezza presto e bene, per avere una rete idraulica in grado di reggere tali eventi, che i cambiamenti climatici in atto stanno rendendo sempre più frequenti. Eppure con questa ecatombe c'è ancora qualcuno che ha trovato il tempo di dare la caccia all'untore! E' il tempo del fare e non dello sproloquiare!

Walter Luchetta - Direttore Coldiretti Padova

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