Dieta mediterranea: soddisfazione per riconoscimento Unesco
Questo il commento di Confagricoltura, che per anni ha sostenuto con forza la candidatura, alla notizia del positivo risultato raggiunto nel negoziato in corso a Nairobi, che ha ammesso la nostra dieta nell’elenco delle tradizioni considerate patrimoni immateriali da preservare per il bene dell’intera umanità.
“Meritevole l’operato del ministro Galan e degli esperti del Mipaaf - sempre secondo Confagricoltura - grazie ai quali è stato possibile accreditare, a livello internazionale, le nostre pratiche alimentari e l’agricoltura come un’insieme di valori e conoscenze che fanno onore in particolare all’Italia che, della Dieta mediterranea, è stata antesignana e concreta promotrice”.
Cos’è la dieta mediterranea
La dieta mediterranea è stata ideata nel dopoguerra dal nutrizionista statunitense Ancel Keys, già famoso per i suoi studi per l’esercito americano e che ha dato il nome (anzi l’”iniziale”) alla “razione K”, ben nota ai soldati di tutto il mondo.
Ancel Keys si stabilì in Italia, in provincia di Salerno, dove è rimasto circa quarant’ anni prima di morire, alcuni anni fa, centenario. Ha trascorso la vita monitorando e comparando abitudini alimentari e condizioni di salute degli abitanti di diversi Paesi, tra cui l’Italia e dimostrando le virtù dell’alimentazione a base di cereali complessi, ortofrutta, olio di oliva.
La dieta mediterranea è completa, in quanto prevede anche il consumo di proteine animali (pesci, compresi quelli di acquacoltura che hanno analoghe proprietà nutritive in termini di poteri antiossidanti, carni bianche e rosse alternate, uova e formaggi), nonché un moderato consumo di vino.
La ripartizione delle sostanze introdotte dovrebbe essere orientativamente questa:
-55-60% carboidrati;
-entro il 30% grassi, preferibilmente quelli vegetali insaturi;
-10-15% proteine.
Niente a che vedere, dunque, con il significato restrittivo e punitivo attribuito usualmente al termine dieta. Quella “mediterranea” è una tipologia di alimentazione che dà piacere per la ricchezza e la qualità dei cibi; che arreca salute e benessere e che tutela il patrimonio storico culturale dei cibi delle nostre regioni.
L’Italia è il primo produttore mondiale di pasta e di vino. Dopo la California e la Cina, è il terzo produttore mondiale di pomodoro trasformato ed è il secondo produttore di olio di oliva, subito dopo la Spagna. Con un’incidenza sul totale della produzione mondiale di questi prodotti di tutto rilievo.
La produzione ortofrutticola italiana fresca, al di là della sua incidenza sulla produzione mondiale, fortemente concentrata in pochi Paesi[1], è la prima d’Europa. Circa il 30% dell’ortofrutta europea è tricolore.
Questo per affermare che un aumento dei consumi mondiali dei prodotti base della dieta mediterranea, anche contenuto, potrebbe favorire notevolmente il sistema agroalimentare italiano.
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