Settore irriguo e bonifica Regioni del Sud: 177 mln di euro
Si tratta di infrastrutture, localizzate nel Sud d’Italia, strategiche non solo per l’agricoltura italiana, ma anche per l’assetto del territorio e la protezione del suolo, ruolo che, sempre più spesso, il complesso sistema irriguo è chiamato a svolgere.
Il frequente ripetersi di precipitazioni con carattere alluvionale, come quelle più recenti che hanno sconvolto prima la Liguria e la Toscana, poi il Veneto e a Calabria e infine la Campania, provocando vittime, allagamenti, strade chiuse, fiumi esondati, evacuazioni, dimostra, da un lato, che tali fenomeni non possono più definirsi eccezionali, se non nell’intensità dell’evento, dall’altro che lo sfruttamento indiscriminato del suolo, pur in presenza di conosciuti elementi di rischio, necessita, come riparazione, di interventi strutturali che possano riportare il territorio ad una nuova capacità permealizzante, unitamente alla realizzazione di strutture di ritenuta e di scolo, capaci di veicolare rapidamente verso il mare, l’eccesso di acqua.
La sensibilità del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali a queste problematiche, si concretizza oggi, nell’approvazione di una serie di interventi, che coniugano obiettivi di risparmio e uso razionale della risorsa idrica, quando essa è scarsa, regolazione delle acque, quando esse siano eccessive e, infine, presidio del territorio, con opere di stabilizzazione di sponde e tratti franosi.
Gli interventi saranno realizzati dai Consorzi di bonifica, da sempre protagonisti nelle azioni per la difesa del suolo, per il risanamento delle acque, per la gestione del patrimonio idrico e per la tutela degli assetti ambientali connessi.
Inoltre, il Ministero ha proposto l’approvazione di una disposizione che scoraggia ritardi nella realizzazione delle opere, prevedendo la revoca dei finanziamenti nel caso in cui le procedure per l’appalto dei lavori non siano concluse entro 18 mesi dalla concessione; la previsione, già contenuta nella Delibera con la quale il CIPE, nella seduta del 22 luglio scorso, ha approvato l’analogo Programma di opere del Centro e Nord d’Italia, per un ammontare complessivo di 418,5 milioni di euro, risponde a criteri di efficienza della spesa pubblica, particolarmente pregnanti in un momento di così scarse risorse economiche; i fondi liberati saranno destinati a nuovi progetti di rilevanza strategica, non solo per il territorio regionale di riferimento, ma anche nazionale.
Con l’avvio del Piano del Sud e del Programma del Centro Nord d’Italia, 695 milioni di euro di nuovi cantieri verranno aperti in tutta la Nazione, con rilevanti effetti moltiplicatori del reddito, sviluppati dall’indotto conseguente, particolarmente importanti in un grave periodo di crisi economica.
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