Allarme furti identità. Auto e moto più soggetti a frode
Queste truffe, che colpiscono migliaia di italiani, si realizzano infatti anche attraverso la sottrazione dei dati personali sfruttando i sistemi di pagamento online – avvertono gli esperti dell’ADICO – che consentono di rubare le credenziali di posta elettronica o i dati identificativi personali, il tutto per acquistare prodotti o sottoscrivere servizi con l’identità di un’altra persona e la chiara intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare mai il bene.
Si tratta di un fenomeno allarmante che si sta sviluppando di pari passo con la crescita del credito al consumo – avverte il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – infatti, i dati da recuperare (nome, cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale) sono facili e grazie a strumenti tecnologici evoluti i criminali riescono a creare nuovi documenti identificativi, difficilmente distinguibili da quelli veri.
E da qui la truffa e’ fatta. I malviventi, infatti, possono richiedere un prestito utilizzando illecitamente i dati identificativi di ignare vittime, sfruttando documenti rubati o creando anche delle false identità.
Tanto che dall’analisi dell’Osservatorio di Crif, nel primo semestre 2010, sono stati rilevati circa 11mila casi di frodi creditizie, vale a dire il +9% in piu' rispetto all’anno precedente per un importo complessivo pari a 92,15 milioni di euro (+7% sul 2009).
Il che equivale a dire che ogni giorno si registrano mediamente oltre 60 tentativi fraudolenti, la maggior parte dei quali si conclude con successo.
Secondo i dati raccolti da Crif, solo in un quinto dei casi la frode viene scoperta entro sei mesi, in un altro 20% dei casi la scoperta avviene nel semestre successivo. E nel 15% dei casi trascorrono addirittura 2-3 anni per scoprire il furto d’identità.
Per quanto riguarda i beni più spesso oggetto di frode in testa ci sono le automobili e le moto (53%), i prodotti high-tech come l’elettronica, l’informatica e la telefonia (17%), l’arredamento (9%) e gli elettrodomestici (8%).
Secondo Crif lo sviluppo di questo fenomeno criminale negli ultimi anni va ricondotto anche alla rapida crescita nell’uso di Internet (oggi oltre il 51,7% degli italiani si connette alla rete), con impatti diretti sulle dinamiche di socializzazione, sui comportamenti di acquisto e, soprattutto, sulla circolazione dei dati personali.