Piano degli interventi per la sicurezza idrogeologica
Il programma degli interventi prevede una spesa complessiva di € 317.485.000,00 così suddivisi: € 120.755.000,00 nel comprensorio del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (interessante le province di Vicenza, Verona e Padova); € 6.430.000,00 per il comprensorio del Consorzio di bonifica Bacchiglione (interessante le province di Padova e Venezia); € 138.300.000,00 nel comprensorio del Consorzio di bonifica Brenta (interessante le province di Padova, Vicenza e Treviso); € 52.000.000,00 per il comprensorio del Consorzio di bonifica Adigeuganeo (interessante le province di Padova e Venezia).
Nello specifico sono stati illustrati alcuni interventi particolarmente importanti, quali la creazione del bacino del Vanoi, al confine con il Trentino, per la regolazione delle piene del fiume Brenta o il potenziamento delle idrovore sul fiume Bacchiglione. Soddisfazione è stata espressa per il recente finanziamento, deciso dalla Regione Veneto, alla realizzazione di due progetti da tempo in lista d’attesa: le casse di espansione di Trissino per la tutela idraulica della città di Vicenza e la trasformazione in serbatoi idrici delle cave dismesse di Riese Pio X°, funzionali alla salvaguardia idrogeologica delle zone di pianura trevigiane e veneziane.
“I piani di intervento presentati in questi giorni – commenta Giuseppe Romano, Presidente dell’Unione Veneta Bonifiche – non sono ovviamente il frutto di un lavoro svolto adesso, bensì la testimonianza del costante presidio territoriale, operato dai consorzi di bonifica. E’ bastato “aprire i cassetti” per dimostrare come i problemi idrogeologici del Veneto fossero conosciuti e le soluzioni indicate. Purtroppo è stata necessaria una disastrosa evenienza alluvionale per creare maggiore sensibilità collettiva verso queste tematiche. Le polemiche, comunque, non servono. Guardiamo avanti, sperando che le nuove volontà espresse in questi giorni non si fermino: per migliorare la sicurezza idrogeologica del nostro territorio servono piani complessivi, di cui noi rappresentiamo una parte importante, cui però vanno affiancati interventi strutturali sulle grandi aste fluviali. Serviranno ingenti risorse ed anni di lavoro; fondamentale, però, è avere la consapevolezza che il rischio non aspetta tempo!”
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