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Brevetti europei: parte accordo tra alcuni Paesi, no Italia

15/12/2010
Per creare un sistema comune di protezione dei brevetti in Europa, la Commissione europea ha dato il via libera alla procedura di "cooperazione rafforzata". Questo sistema consente agli Stati dell'UE che hanno raggiunto un accordo sull'istituzione di un brevetto, valido in tutti i paesi partecipanti, di introdurlo presentando un'unica domanda. I Paesi in questione sono Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito. La proposta prevede che il brevetto comune sia valutato e rilasciato in francese, inglese o tedesco: e questo si sono opposti gli altri Paesi, a cominciare da Italia e Spagna.

Attualmente ottenere un brevetto in Europa costa dieci volte di più che negli USA, per i costi di convalida e di traduzione da sostenere a livello nazionale. Questa situazione scoraggia l'attività di ricerca, di sviluppo e d'innovazione e nuoce gravemente alla competitività dell'Europa.

Le proposte della Commissione per un unico brevetto UE sono state discusse per oltre un decennio, ma in Consiglio si è verificata una situazione di stallo sul regime linguistico, per l'opposizione di alcuni Paesi, come Italia e Spagna appunto, che reclamano l'uso delle loro lingue per la richiesta di un brevetto. La Commissione ha cercato di sbloccare la situazione presentando nel giugno 2010 una proposta sul regime linguistico, senza riuscirci. Così ora si passa alla "cooperazione rafforzata": solo gli Stati che sono d'accordo applicano la norma.

"Il deposito di una domanda di brevetto in Europa è un'operazione costosa e complicata e di conseguenza riservata alle società che dispongono di grossi capitali," ha detto Michel Barnier, commissario europeo per il mercato interno e i servizi. "La situazione attuale è inaccettabile: a causa dei costi elevati gli inventori convalidano e tutelano i loro brevetti soltanto in 5 dei 27 stati dell'UE. Gli inventori europei non possono permettersi ulteriori ritardi. Gli Stati che hanno trovato un accordo possono proseguire il cammino verso un sistema comune di tutela dei brevetti, sperando che col tempo tutti gli altri aderiranno al nuovo sistema".

Il sistema brevettuale europeo in vigore è costoso e complesso, soprattutto per le spese di traduzione. L'Ufficio europeo dei brevetti (UEB), un organismo di cui fanno parte 38 paesi (i 27 dell'UE più altri 11), esamina le domande di brevetto ed è competente per il rilascio di un brevetto europeo quando sono soddisfatte le condizioni previste. Tuttavia, perché il brevetto sia valido in uno Stato, il titolare deve chiederne la convalida a livello nazionale nel Paese dove desidera ottenerne la tutela. Questa procedura comporta ulteriori traduzioni, con le spese relative, e costi amministrativi rilevanti.

Un brevetto europeo convalidato soltanto in 13 paesi può costare fino a 18.000 euro, di cui quasi 10.000 per le sole spese di traduzione. Negli USA un brevetto costa in media 1.850 euro. Per facilitare l'accesso a un brevetto comune, occorre prevedere che tutti i cittadini interessati dell'UE possano richiederlo su una base non discriminatoria. Le loro invenzioni sarebbero tutelate in tutti i paesi che prendono parte alla procedura di cooperazione rafforzata. Ai richiedenti di Stati dell'UE che non hanno come lingua ufficiale l'inglese, il francese o il tedesco è data la possibilità di presentare le domande in qualsiasi altra lingua ufficiale dell'Unione europea. I costi di traduzione in una delle tre lingue potranno essere rimborsati.

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