Il paradiso di Tintoretto
Ma gli esperti di storia veneziana si domanderebbero sicuramente: perché scegliere un soggetto sacro per la decorazione più importante della sala che ospita la principale magistratura del governo laico della Repubblica? E com’è giunta la serenissima, confermando la scelta di questo soggetto ben oltre duecento anni dopo la prima decorazione, ad affidare l’incarico proprio a Tintoretto? A tutte queste domande cerca di rispondere la mostra, attraverso un percorso artistico-storico che si snoda lungo le sale di Palazzo Ducale.
Si scopre così che, all’origine, la gara fu assegnata, non senza destare curiosità, a due – sì, non uno, ma a due – artisti, cioè Paolo Veronese e Francesco Bassano, i quali avrebbero dovuto lavorare insieme. Ma troppo diverse erano le concezioni artistiche dei due, pertanto l’opera non fu mai conclusa, anche perché, nel 1588,ci fu la morte improvvisa del Veronese.
L’incarico venne quindi affidato al Tintoretto, che vi lavorò, con il preponderante aiuto del figlio Domenico, tra il 1588 ed il 1592.
In ogni caso, osservando la mostra si può fare un confronto tra le opere, assai diverse tra loro: e dopo aver visto i dipinti, non è scontato affermare che quello del Tintoretto sia in assoluto il migliore.
Non a caso, i visitatori della mostra potranno vestire i panni di giudici, perché grazie ad una postazione informatica potranno esprimere il proprio parere su quale avrebbe dovuto essere il vincitore.