La leggenda della Stella Cometa di Natale
21/12/2010
Con il solstizio d’inverno che cade il 21 Dicembre, inizia un ottimo periodo per osservare il cielo notturno. In queste notti la volta stellata è così tersa e nera che la Via Lattea ci appare, bellissima,in tutto il suo splendore. La premessa è naturale se vogliamo parlare della Stella di Natale, che solitamente è raffigurata come una stella cometa. La vediamo da sempre sopra il Presepe o sull’albero di Natale, ma ultimamente qualcuno ha messo in dubbio la presenza della cometa sopra Betlemme. Le comete in passato erano considerate portatrici di eventi importanti anche se non sempre piacevoli. Anche ora quando la vediamo essa crea in molti di noi un senso di stupore misto a una vaga apprensione. Dunque cosa fu visto quella notte sopra la capanna di Gesù? Perché prima del 1303 si parlava solo di Stella di Betlemme e non di Cometa? Fu Giotto a dipingere per primo in quell’anno la cometa nell’affresco della Natività nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Gli studiosi dicono che il pittore aveva visto pochi anni prima la cometa di Halley e grande fu la sua emozione che la volle dipingere nell’affresco degli Scrovegni. D’altra parte la cometa di Halley era stata osservata anche dagli astronomi cinesi nell’anno 12 a.C. e forse l’artista era a conoscenza di questa notizia. Ma torniamo alla cometa di Halley. Qualcuno obietta che quella cometa non poteva essere quella di Betlemme perché la nascita di Gesù è collocata tra l’8 a.C. e il 4 d.C., mentre la cometa fu vista nel 12 a.C. Dunque non poteva essere una stella cometa. Insomma cos’era l’astro luminoso che i Re Magi seguirono per arrivare a Betlemme? Perché non indagare sull’ipotesi fatta da Keplero nel 1604? In quell’anno il grande astronomo osservò una spettacolare congiunzione tra Giove e Saturno e data l’eccezionalità dell’evento pensò che un avvenimento del genere potesse essere stato visto anche dai Re Magi, che dalla lontana Media o Persia, si erano mossi per andare in Galilea. Egli fece dei calcoli e ne dedusse che un tale evento poteva essere avvenuto nella costellazione dei Pesci nel giugno del 7 a.C. La posizione in quell’anno non è poi tanto balzana se molti testi di storia antica dicono che la nascita di Gesù potrebbe essere avvenuta tra l’8 a.C. e il 4 d.C. Il Vangelo di Matteo è stato scritto in aramaico nel 50 d.C. e, anche se l’originale è andato perduto, rimane sempre una copia scritta in greco che si ritiene attendibile. In esso si legge che i Magi chiesero alla gente “dov’è nato il Re dei Giudei”? E la gente rispose “noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo…e ora se guardiamo verso occidente vediamo questa stella davanti a noi. E le persone che li incontravano dicevano, ebbene dove voi vedete la stella lì c’è Betlemme”. Dunque i Magi venivano dall’Oriente. Dai doni preziosi che portavano – oro, incenso e mirra – dovevano essere dei re o dei sommi sacerdoti esperti in astronomia. Perché era chiaro che conoscevano il cielo e sapevano individuare le stelle e la loro direzione. In alcune raffigurazione del VI secolo d.C. essi vestono abiti di foggia persiana e non araba. E se venivano dalla Persia avevano percorso almeno una distanza di circa 1000 km. E se i Magi avevano viaggiato sui cammelli il viaggio non sarebbe durato meno di un mese. Leggendo il Vangelo di Matteo scopriamo che la parola “astron” è citata come l’oggetto che si vedeva sopra la capanna di Gesù. In greco questa parola significa “stella”, ovvero fenomeno del cielo stellato. E siccome allora le comete erano considerate dei fenomeni meteorologici e non del cielo stellato, era una stella e non una cometa. Era forse una meteora? Le meteore sono piccoli frammenti rocciosi che provengono dallo spazio. Essi entrano nell’atmosfera e vaporizzano per l’attrito. Se sono uno sciame importante possono creare negli osservatori l’illusione di una coda luminosissima o comunque l’idea che questo fenomeno possa essere annunciatore di avvenimenti importanti come la nascita di Gesù. D'altronde anche l’ipotesi dell’esplosione di una “supernova” avanzata da qualcuno non è plausibile. Essa pur essendo un evento celeste eccezionale dura solo pochi giorni ed è un punto luminoso fisso nel cielo e dunque non poteva precedere i Re Magi. E allora cosa ci rimane? Forse l’ipotesi più plausibile è una tripla congiunzione planetaria. Esiste un documento babilonese, l’almanacco Sippar, scritto 2000 anni fa, che parla della congiunzione di tre pianeti avvenuta nel 7 a.C. I pianeti citati dai babilonesi sono Giove, Saturno e Marte. Proviamo a immaginare un simile evento: tre pianeti che s'incontrano e moltiplicano per mille il loro splendore. Nulla potrebbe rappresentare meglio l’evento straordinario della nascita di Gesù.
Gianni Genghini