Acque di balneazione: Veneto promosso a pieni voti
Rispetto a quando previsto dalla normativa precedente, la nuova classificazione ha come obiettivo una maggiore tutela sanitaria dei bagnanti. Sono previsti accertamenti su due parametri batteriologici, Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, specifici come indicatori di contaminazione fecale. Nel caso in cui acque di balneazione mostrino una tendenza alla proliferazione di ciano batteri, di macroalghe o di fitoplancton marino, sono previste indagini per determinarne il grado di accettabilità ed i rischi per la salute. Inoltre la decisione di chiudere o riaprire un sito di balneazione viene prese dopo una sola analisi (anziché dopo 2 o 3, come accadeva prima). I controlli sono mensili da aprile a settembre, salvo che per i punti che dovessero essere classificati come non idonei, per i quali è prevista invece una frequenza almeno bimensile.
“Il risultato eccellente del Veneto – ha spiegato Conte – dimostra l’efficacia delle azioni previste nel Piano di tutela delle acque, entrato in vigore tre anni fa. Grazie ai nuovi limiti previsti, i depuratori hanno migliorato sensibilmente la qualità microbiologica degli scarichi, attivando un’efficace azione di disinfezione. Per quanto riguarda gli scarichi industriali, da tempo siamo attenti alla qualità delle acque già in fase di autorizzazione, e abbiamo posto limiti severi nella Valutazione di impatto ambientale riguardo a quel che verrà scaricato nel fiumi. Sempre di più nel futuro sarà necessario investire in nuove tecnologie innovative che forniscano garanzie per migliorare la qualità delle acque di balneazione. Il Veneto ha caratteristiche peculiari, perché qui sfocia in mare la gran parte delle acque dei fiumi di tutta Italia, ed è anche la prima regione turistica nazionale, con oltre 60 milioni di presenze turistiche l’anno, oltre la metà delle quali registrate sulle nostre coste”.
Secondo il nuovo sistema di classificazione, basato sull’analisi dei dati degli ultimi 4 anni sono previste 4 classi di qualità: eccellente, buona, sufficiente e scarsa.
I 167 punti di balneazione esaminati nel Veneto corrispondenti ciascuno ad un’acqua di balneazione (93 sul mare Adriatico; uno sullo specchio nautico di Albarella; 65 sul lago di Garda; 3 sul lago di Santa Croce; 1 sul lago del Mis, 2 sul lago di Lago e 2 sul lago di Santa Maria) risultano di qualità “eccellente” salvo che per alcuni punti di pertinenza dei comuni di Chioggia (1 punto di qualità “buona” e 6 punti di qualità “sufficiente”), di Rosolina (3 punti di qualità “buona”) e di Porto Tolle (2 punti di qualità “buona”), per quanto riguarda il mare Adriatico, e del comune di Bardolino (1 punto di qualità “buona”), per quanto concerne il lago di Garda.
“Negli anni scorsi – ha sottolineato il responsabile della direzione Geologia e ciclo dell’acqua della Regione del Veneto, Marco Puiatti – a Chioggia era necessario realizzare palancolate sui fiumi Brenta e Adige per migliorare la balneabilità della costa. Quest’anno, grazie agli interventi di tutela messi in campo con il piano acque, non ce n’è stato bisogno”.
“Ricordiamo tutti – ha aggiunto il responsabile del Servizio tutela acque Corrado Soccorso – quel che accadde diversi anni fa, quando un eccesso di nutrienti nelle acque provocò un eccesso di prolificazione algale che rese impossibile la balneazione. Per evitare che si ripresenti una situazione di quel tipo ci siamo posti come obiettivo l’abbattimento del 75% dei nutrienti a mare e ogni anno verifichiamo che questo parametro sia rispettato nei migliaia di depuratori del Veneto”.
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