Crisi e deflusso migratorio: dal 2007 - 108mila ingressi
Nel nostro Paese la popolazione straniera residente è aumentata dal 2007 al 2009 del 23,4%: poco più di 800mila soggetti in più. L’aumento costante della presenza straniera è dato in prevalenza da un flusso migratorio sempre positivo, ma che negli ultimi due anni, a causa della crisi, è diminuito: il motivo va trovato sia in una minor quota di stranieri che preferisce l’Italia (-108mila individui), sia da un maggior numero di soggetti stranieri che se ne va dal nostro Paese (+11 mila individui).
Le 108mila minori entrate rappresentano il 2,6% della popolazione straniera residente. Osservando il dato suddiviso a livello di macroarea si osserva come tale tasso aumenti nelle aree meridionali rispetto a quelle centrali e settentrionali: in particolare, se al Sud e nelle Isole tali deflussi ammontano quasi al 5% della popolazione straniera, al Nord si tratta del 2,3% a NordEst e dell’1,8% a NordOvest. In termini assoluti comunque sono proprio le aree settentrionali ad aver visto diminuire le iscrizioni di stranieri nelle anagrafi (-26mila sia nel NordEst che nel NordOvest; -27mila nel Centro) rispetto a quelle del Sud (-19mila e -8mila nelle Isole).
A livello locale, Torino è la provincia che, con 18mila iscrizioni in meno, è sembrata essere la meno attrattiva rispetto al passato. Seguono a ruota, in termini assoluti, tre province venete: Verona (-5.650), Treviso (-4.746) e Padova (-3.592) e due province laziali: Latina (-3.249) e Roma (-3.069).
Ma se si rapporta tale saldo alla presenza straniera nei singoli territori, si può osservare come siano le province del Sud ad aver perso più appeal: infatti i minori afflussi di stranieri rapportati alla popolazione, si fanno più elevati in aree quali Siracusa (-15,4%), Cosenza e Enna (entrambe con -13,3%). All’opposto, province quali Milano, Genova, Firenze hanno registrato nel 2009 più iscrizioni dall’estero di stranieri rispetto al 2007, determinando un’inversione di tendenza rispetto all’andamento medio nazionale.
Affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa. “Il minor ingresso di stranieri (che si è rilevato attraverso l’analisi dei saldi migratori) trova nella crisi la sua motivazione principale. Il calo della produzione, l’aumento della disoccupazione e le difficoltà complessive hanno reso l’Italia un po’ meno attrattiva nei confronti della popolazione straniera. In una situazione in cui i flussi di ingresso di stranieri dall’estero è calato di poco più di 100mila unità, il Governo prevede altrettante entrate attraverso il decreto flussi. Questa è solo una coincidenza, ma anche un sintomo della crisi in atto: le entrate previste di stranieri non andranno a ripristinare i flussi migratori precrisi, ma risponderanno a specifiche esigenze del mercato: le imprese infatti richiedono meno manodopera straniera rispetto a quanto era stato stabilito nei decreti flussi degli anni passati, quando la situazione economica era più rosea e con migliori prospettive di crescita.”
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