Parte la strategia europea sulle materie prime
I rischi per l'industria europea derivano dal fatto che una grande quantità della produzione mondiale proviene da pochi Paesi: la Cina per l'antimonio, il fluoro, la grafite, il magnesio o il tungsteno, la Russia con i metalli del gruppo del platino, la Repubblica Democratica del Congo per il cobalto e il Brasile. La competitività dell'industria europea dipende in modo cruciale da un accesso efficiente e sicuro a queste materie, in particolare per lo sviluppo delle moderne tecnologie rispettose dell'ambiente, come le auto elettriche e il fotovoltaico. Ma l'aumento dei prezzi delle materie prime rischia di aumentare l'inflazione, e inoltre molti Paesi hanno introdotto misure protezionistiche sulle materie prime, che contribuiscono ad alzare ulteriormente i prezzi. Soprattutto la fluttuazione dei prezzi dei prodotti agricoli ha un impatto sugli agricoltori, i produttori di cibo e i consumatori, anche nei paesi più poveri.
Sono state identificate 14 materie prime cruciali per l'industria europea come il magnesio, il cobalto, la grafite e molti materiali alla base dello sviluppo delle nuove tecnologie. Cresce anche l'importanza delle cosiddette terre rare, una serie di materie (17 per la precisione) che sono alla base dell'industria tecnologicamente di punta e vengono usati per telefoni cellulari, computer, macchine fotografiche digitali, ma anche per i veicoli elettrici, gli ibridi e i catalizzatori delle autovetture.
Le misure proposte oggi mirano a garantire un approvvigionamento equo e sostenibile delle materie prime sui mercati mondiali, favorire un approvvigionamento sostenibile nell'Unione europea, incrementare l'efficienza delle risorse e promuovere il riciclaggio. Viene prevista anche la regolamentazione dei mercati finanziari, per evitare speculazioni di ogni tipo: saranno riviste le direttive sugli abusi di mercato e sui mercati degli strumenti finanziari. L'UE sviluppa una "diplomazia delle materie prime" con i Paesi extra europei per assicurasi l'accesso.
La prima iniziativa della Commissione sulle materie prime risale al 2008, ma oggi l'azione è resa urgente dai postumi della crisi e dalla volatilità accresciuta dei prezzi. Tra i risultati già ottenuti c'è la risoluzione di una controversia con la Cina, Paese che detiene una gran quantità di materie prime, all'Organizzazione Mondiale del Commercio, sulle restrizioni commerciali su materie come la bauxite, il manganese e lo zinco. Una cooperazione approfondita partirà con l'Africa, basata sulla promozione della governance, gli investimenti e le conoscenze geologiche, con benefici sia per l'industria europea che per i Paesi esportatori africani. L'Unione europea lavorerà a stretto contatto con gli Stati membri per migliorare le norme per l'estrazione sostenibile all'interno dell'UE: recentemente l'Unione ha pubblicato le regole per consentire l'attività estrattiva anche nei siti protetti dalla rete "Natura 2000" e nelle zone limitrofe a quelle protette. Terzo aspetto, il riciclaggio delle materie prime: la Commissione delle azioni mirate sulla raccolta e la riutilizzazione dei rifiuti, ad esempio sui veicoli o i prodotti elettrici ed elettronici. Le ispezioni sui rifiuti alle frontiere interne ed esterne all'Unione europea saranno intensificate.
Il 7° programma quadro sulla ricerca e l'innovazione metterà a disposizione delle risorse per e attività di ricerca e di innovazione lungo l'intera catena del valore delle materie prime, dall'estrazione alla lavorazione, il riciclaggio e l'efficienza delle risorse per la sostituzione.
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