Protesi dentarie “certificate”
Migliaia i pieghevoli in distribuzione in questi giorni e che si potranno trovare solo negli studi dentistici veneti affiliati all’Andi
L’azione congiunta di informazione riguarda alcuni aspetti che, pur molto importanti, generalmente non vengono forniti ai pazienti-consumatori:
• L’origine. Si garantisce che la protesi è Italiana.
• Le lavorazioni. Si garantisce che sono svolte solo da laboratori odontotecnici regolarmente registrati presso il Ministero della Salute;
• I materiali. L’impegno a descrivere puntualmente i materiali con cui è realizzata la protesi garantendo che si tratta di materie prime o prodotti marcati “CE”
“In pratica –dichiara Enrico Tollio Presidente regionale degli odontotecnici di Confartigianato- abbiamo trasformato la cosiddetta dichiarazione di conformità da obbligo di legge ad elemento di marketing per valorizzare la filiera di produzione locale. Un passaggio necessario se si tiene conto di quanto siano aumentati in questi ultimi anni sia il turismo odontoiatrico verso i Paesi dell’Est Europa sia le aperture di centri dentali “low cost” nelle nostre città. Fenomeni che hanno un comune denominatore: l’impossibilità di conoscere la qualità e la provenienza delle protesi utilizzate”.
“Non a caso –prosegue Tollio- sono di pari passo cresciute le segnalazioni e denuncie di possibili rischi sanitari per cure fatte all’estero o per protesi di incerta provenienza perché dietro al prezzo stracciato si può, a volte, nascondere un pericolo concreto per la salute del cittadino”.
“Questo fenomeno, se da un lato, è deleterio per l’economia dell’intero settore, dall’altro, ha però fatto maturare nei medici e negli odontotecnici la consapevolezza che l’offerta, una volta normale, di qualità e tracciabilità è invece divenuta un’eccezione ed in quanto tale può divenire comune elemento da valorizzare. Concetti –conclude Tollio- che hanno trovato terreno fertile all’interno di ANDI Veneto, tanto è vero che condivisa la preoccupazione per il futuro e la nostra sopravvivenza, abbiamo concordato sulla necessita di una strategia per puntare direttamente al paziente-consumatore finalizzata a tutelare il lavoro e professionalità di tecnici e medici diversificando la comune offerta da quella delle “industrie della salute. Una esperienza pilota, quella veneta, che ha aperto la strada ad intese in altre regioni d’Italia. A partire dalle vicine Lombardia e Friuli”.