Cosa ha fatto l'UE per le piccole e medie imprese
Le priorità delle azioni messe in campo dai 27 Paesi dell'UE e dalle istituzioni europee tra il 2008 e 2010 riguardano la semplificazione amministrativa, un miglior accesso al credito per le PMI, e il sostegno a un più agevole accesso ai mercati. Molti sono i casi di misure virtuose che si possono citare in un breve compendio sull'applicazione dello SBA (http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/small-business-act/).
La direttiva sulla fatturazione elettronica è particolarmente utile alle piccole imprese, dato che equipara le fatture elettroniche a quelle su carta. Le imprese con un fatturato inferiore a 2.000.000 di euro possono beneficiare di un regime facoltativo di contabilità di cassa che consente loro di ritardare la contabilità IVA fino a quando non ricevono il pagamento dai loro clienti. La direttiva sui ritardi dei pagamenti impone alle autorità pubbliche e alle imprese di pagare entro 30 giorni le fatture, garantendo la sicurezza per le PMI.
Ancora di più è stato realizzato in aree di intervento non legislative. 100.000 PMI europee hanno beneficiato finora degli strumenti finanziari del Programma europeo per la competitività e l'innovazione, e altre 200.000 dovrebbero beneficiare entro il 2013. In media, ogni PMI cui viene concesso un prestito garantito crea 1,2 posti di lavoro. Sono state poi semplificate le norme sull'accesso delle PMI agli appalti pubblici. Per facilitare l'accesso delle PMI ai mercati dei paesi terzi, la Commissione ha avviato nel novembre 2010 un Centro delle PMI in Cina, sul modello già esistente in altre aree del mondo: le esportazioni delle PMI fuori dall'UE sono ancora su livelli molto bassi, e meno del 10% di esse commerciano con quei mercati. Tutti i Paesi dell'Ue hanno introdotto misure che mettono in pratica i principi dello SBA. L'Italia ha approvato nell'autunno scorso la direttiva sulle PMI, e il primo rapporto nazionale d'attuazione è stato pubblicato dal Ministero dello Sviluppo economico nel gennaio scorso.
Molto resta da fare, anche a livello europeo. Sulla semplificazione, strumenti come gli sportelli unici per le imprese dovranno diventare realtà in tutti i Paesi, sulla base del principio "Una volta sola": documenti, certificati e ogni tipo di informazione dovrà essere fornita solo una volta dall'impresa alla pubblica amministrazione, che provvederà a scambiarsela al suo interno. I singoli Stati dovranno, a loro volta, eseguire dei "Test PMI" sulla nuova legislazione, come la Commissione europea fa già.
Per facilitare l'accesso al credito, la Commissione, tra le altre misure, introdurrà schemi di garanzie sui prestiti delle PMI che sosterranno gli investimenti, la crescita, l'innovazione e la ricerca. Gli Stati dell'UE dovranno eliminare le incongruenze nei sistemi fiscali per evitare ogni rischio di doppia tassazione, e creare degli sportelli unici dove le PMI possono richiedere finanziamenti europei, nazionali e locali. La Commissione presenterà a breve una proposta sulle imposte sulle imprese, per armonizzare i diversi livelli oggi esistenti tra i diversi paesi, e anche una legge sui contratti europei. Gli Stati dovranno applicare appieno il Codice europeo per la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici. La possibilità di concedere aiuti di Stato per gli investimenti sull'ambiente e in campo energetico andrà ampliata. Si daranno incentivi alle PMI per registrarsi all'EMAS, lo schema di gestione ambientale delle imprese. Infine, si dovranno continuare gli sforzi che hanno già prodotto risultati importanti sulla riduzione dei tempi necessari alla concessione di licenze e permessi, e sulla seconda chance da concedere a chi ha subito un fallimento.
Il nuovo Mr. PMI europeo Daniel Calleja, nominato dal Vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, dovrà garantire l'effettiva applicazione di tutte le misure previste dallo "Small Business Act" a livello europeo. I singoli Paesi stanno procedendo a nominare figure analoghe a livello nazionale.
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