Al via la direttiva europea contro i ritardi dei pagamenti
Da questa data gli Stati del'Unione europea avranno a disposizione due anni di tempo per recepire la norma e trasformarla in legge nazionale. Il fatto ha particolare rilevanza soprattutto negli Stati in cui i ritardi dei pagamenti, soprattutto quelli della pubblica amministrazione, mettono a rischio i conti delle imprese fornitrici, che sono nella maggioranza dei casi di dimensioni medie e piccole. L'Europa si fa portavoce delle istanze delle PMI.
Secondo la direttiva, approvata nel quadro delle azioni previste dallo Small Business Act dell'UE, le pubbliche amministrazioni saranno obbligate a pagare le fatture entro 30 giorni, con poche eccezioni che portano il termine a 60 giorni, ad esempio per il settore sanitario. La mora prevista in caso di ritardato pagamento equivale all'interesse legale dell'8% e sarà applicata automaticamente sull'importo dovuto. Anche i pagamenti tra imprese sono coperte dalla nuova direttiva: il termine fissato è di 60 giorni, fatti salvi eventuali accordi tra le parti, che comunque non possono essere vessatori nei confronti delle imprese più piccole.
La Commissione europea ha stimato in circa 180 miliardi di euro la liquidità corrispondente ai ritardi dei pagamenti in Europa, dei quali circa un terzo riguarderebbero solo l'Italia, il Paese con il più alto numero d'imprese dell'Unione.
Anche il Parlamento europeo, che aveva dato il suo assenso alla direttiva alla fine dell'anno scorso, ha espresso la sua soddisfazione. Secondo il deputato italiano Raffaele Baldassarre, co-relatore della direttiva all'assemblea di Starasburgo, si tratta di un supporto concreto alle aziende, specie alle Pmi, stabilendo termini certi e sanzioni adeguate per favorire le potenzialità dei pagamenti. «Le aziende - per Baldassarre - avranno pagamenti certi e potranno programmare la propria attività. Le pubbliche amministrazioni dovranno pagare con fondi esistenti e previsti dal bilancio, riducendo, di conseguenza, il loro debito pubblico».
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