Aperta indagine UE su area chimica di Cengio in Liguria
Il caso riguarda la ristrutturazione di una ex area industriale di Cengio, che comprendeva una discarica di terreni contaminati e rifiuti pericolosi. La direttiva europea sulla valutazione dell'impatto ambientale dice che i progetti che possono avere effetti significativi sull'ambiente in virtù della loro natura, dimensione o ubicazione, devono essere sottoposti a una valutazione del loro impatto ambientale prima del rilascio dell'autorizzazione. La valutazione è obbligatoria per gli impianti di smaltimento dei rifiuti per la discarica di rifiuti pericolosi. Tuttavia, il progetto di Cengio è stato approvato dalle autorità italiane, senza essere sottoposto a questa procedura obbligatoria.
Dato che questo sito non è riconosciuto come una discarica o come una discarica riabilitata, questo può anche significare che i severi requisiti della direttiva sulle discariche di rifiuti per la protezione dell'ambiente e della salute umana non sono stati seguiti. Le discariche contenenti rifiuti pericolosi possono essere estremamente dannose per l'ambiente e la salute pubblica, dato che delle sostanze chimiche tossiche possono filtrare nelle acque sotterranee locali. Devono pertanto essere attentamente costruite, gestite e monitorate prima e dopo la loro chiusura.
Sul caso di Cengio, la Commissione europea ha inviato l'Italia una lettera di diffida il 9 ottobre 2009 evidenziando la necessità di garantire che questa categoria di progetti potenzialmente dannosi siano autorizzati, realizzati e controllati nel pieno rispetto delle due direttive citate sulla valutazione dell'impatto ambientale e sulle discariche. Ma nel frattempo l'Italia non è riuscita a convincere la Commissione che i requisiti necessari per tutelare la salute umana e sull'ambiente siano state soddisfatte, e quindi è partita la procedura europea.
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