La Storia la scrivono sempre i vincitori. Un aspetto curioso dei 150 anni dell’Unità d’Italia è che a fare perniciosi distinguo sono i rappresentanti dei territori del Nord, che più hanno beneficiato dell’azione di Garibaldi & c. . Il Sud, invece, “rapinato” di cultura ed economia, aderisce con passione alle celebrazioni ed anche chi protesta, ha una prospettiva unitaria, non di parte. E’ significativo che a scaldare di più i cuori tricolori, toccando le corde di sentimenti unitari profondi, sia il Presidente della Repubblica, uomo campano. Il compleanno dell’Italia, che potrebbe essere occasione di riflessione sulle radici di un Paese a due velocità, per alcuni è invece pretesto per esibizioni di egoismo. Il Meridione, invece, disegna un Paese dalla parte degli ultimi: l’Italia di domani la troveremo più nei sentimenti di gratitudine di un immigrato che nell’algida irriconoscenza di chi dal Paese ha avuto, ha e avrà. Oggi è tutto più difficile, ma rivendicare guardando al futuro, lasciando irrisolto il passato, accentua solo le differenze. Di errori ne sono stati fatti molti, ma il tempo trascorso non è una giustificazione all’inerzia definitiva. Resta sempre attuale l’indicazione cavouriana “bisogna fare gli italiani”. Basta volerlo davvero; i tricolori appesi alle finestre danno una speranza.

Il direttore

Fabrizio Stelluto