Progetto pilota veneto sulla Farmacovigilanza
La ricerca mira ad incrementare la partecipazione dei cittadini italiani alla farmacovigilanza con la segnalazione delle reazioni avverse da farmacia (ADR, Adverse Drug Reactions) ad opera della popolazione.
Dal 2001 al 2009, rispetto alla totalità delle schede di segnalazione di reazioni avverse inserite nel database nazionale AIFA (Agenzia italiana del farmaco) quelle del cittadino furono solo 251 ovvero lo 0,3%.
Per capire il divario con latri Paesi industrializzati del mondo, negli Stati Uniti d’America il 45% delle segnalazioni di reazioni avverse provengono dagli stessi cittadini tramite la compilazione autonoma delle schede di segnalazione e il relativo invio all'autorità regolatoria. Il restante 55 % deriva da schede di segnalazione inviate da medici, farmacisti e altri operatori sanitari (es. infermieri).
«In seguito a questa ricerca si è potuto concretamente rilevare le potenzialità del coinvolgimento diretto dei cittadini nella segnalazione delle reazioni avverse – spiega Anita Conforti, ricercatrice della Facoltà di Medicina, Università di Verona -. Il farmacista e la farmacia territoriale hanno rappresentato rispettivamente un valido “ambiente” e un valido “mediatore” per la promozione della segnalazione spontanea del cittadino».
«Crediamo da sempre nel ruolo fondamentale della Farmacovigilanza e quindi abbiamo immediatamente fornito all’Università di Verona la nostra disponibilità gratuita che è stata sicuramente molto impegnativa per i 200 farmacisti veneti partecipanti alla ricerca – dice Marco Bacchini, presidente di Federfarma Veneto, l’Unione dei titolari di farmacia -. Siamo certi che vista la massiccia adesione della cittadinanza, i preziosi dati raccolti e analizzati in Veneto serviranno davvero per aumentare la coscienza collettiva sull’importanza della segnalazione di reazioni avverse da farmaci, effettuate proprio dal singolo paziente».