Armando Spataro ovvero della normalità
31/03/2011
Conoscere Armando Spataro, sostituto procuratore della Repubblica a Milano ed autore del libro “Ne valeva la pena”, è un’esperienza di normalità, utile a chi vive, con sconcerto, la quotidianità politica del nostro Paese. Sincerarsi che c’è ancora chi crede in valori, quali l’etica e la moralità (la legalità dovrebbe essere ovvia per un magistrato…), è un’iniezione di speranza soprattutto verso i più giovani, che rischiano, deviati da una moltitudine di esempi poco edificanti, di non capire il senso della parola “coerenza”. In altri tempi (solo una ventina d’anni fa) Spataro sarebbe stato indicato ad esempio, come magistrato integerrimo, per il quale contano i codici, a prescindere; oggi è additato come “toga rossa”, arrivato a ciò dopo essere passato per tutte le sfumature dal nero originale del mantello, a seconda della classe politica dominante. In realtà lui, come ogni magistrato in democrazia, è restato fedele, negli anni, al solo dettame della legge a dispetto di chi l’ha voluta, la vuole e la vorrà asservire agli interessi del potente di turno; lui e la magistratura fermi nella difesa del principio in una casa, quella della giustizia, ormai pericolante e che in molti vorrebbero demolire, invece che rafforzare. E’ terribile, quando afferma, dati alla mano, come la riforma epocale della giustizia, sostenuta dall’attuale governo, altro non sia che l’ennesimo, “furbo” tassello del mosaico disegnato dalla loggia P2. Sentirselo chiaramente dire da chi ha modo di avere una visione di merito, ancorchè non viziata da interessi di parte, non può che farci affermare che ancora “ne vale la pena” di credere nella Costituzione e nei suoi valori, per noi e per i nostri figli. Buon compleanno Italia!
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