Via libera UE a sistemi di certificazione dei biocarburanti
Il Commissario europeo per l’energia Günther Oettinger ha affermato: “Dobbiamo garantire la sostenibilità dell’intera catena di produzione e di approvvigionamento dei biocarburanti. Per questo motivo abbiamo stabilito standard di sostenibilità senza eguali. I sistemi di certificazione riconosciuti a livello UE fanno in modo che tali standard siano raggiunti grazie a metodi di gestione esemplari in termini di trasparenza ed affidabilità.”
Per ottenere un sostegno governativo o essere considerati nell’ambito degli obiettivi nazionali vincolanti in materia di energie rinnovabili, i biocarburanti utilizzati all’interno dell’UE, di produzione locale o importati, devono soddisfare determinati criteri per prevenire la conversione di aree contraddistinte da un’elevata biodiversità e grandi stock di carbonio in zone di produzione di materie prime per biocarburanti. In pratica non si possono ritenere sostenibili i biocarburanti riconducibili a colture provenienti da terreni che in precedenza ospitavano foreste pluviali o praterie naturali con un ecosistema unico. Inoltre, le emissioni di gas a effetto serra generate dall’intera catena di produzione devono essere inferiori almeno del 35% rispetto ai combustibili fossili. Una soglia minima che è destinata ad aumentare nel tempo.
Entro il 2020 l’UE si è prefissata di aumentare almeno al 10% la quota di energie rinnovabili nel settore dei trasporti. I biocarburanti utilizzati per raggiungere tale obiettivo devono soddisfare specifici requisiti e non possono essere originati da prodotti di aree ad elevata biodiversità, come aree protette, oppure di aree ad alta concentrazione di carbonio, come foreste e praterie.
I produttori possono scegliere se attestare il rispetto di tali requisiti avvalendosi di sistemi nazionali o aderendo a un sistema di certificazione volontario riconosciuto dalla Commissione europea. Se - una volta esaminato attentamente un sistema - la Commissione europea ritiene che sia in linea con condizioni poste dalla normativa sulle energie rinnovabili, concede il proprio riconoscimento per un periodo di cinque anni.
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