Confagricoltura: bisogna distinguere il vitello italiano
L’attuale normativa sull’etichettatura, spiega Confagricoltura, non assicura la necessaria trasparenza nella comunicazione al consumatore, che è spesso indotto ad acquistare carne bovina estera, di qualità inferiore a quella nazionale, a costi maggiori. I vitelli italiani, per procedure di allevamento e criteri di alimentazione hanno caratteristiche organolettiche, come tenerezza, sapore e colore, proprie della prestigiosa tradizione alimentare nazionale.
La scarsa chiarezza della normativa attualmente in vigore ha portato all’immissione in commercio di carne proveniente da Paesi in cui l’allevamento è avviene con alimenti meno “nobili” del latte ed in cui vengono macellati capi più anziani (fino a 12 mesi ), consentendo maggiori guadagni ai produttori, a scapito però della qualità del prodotto finale.
La proposta del Consiglio dell’UE, che Confagricoltura sostiene, finalmente permetterà ai consumatori di avere in etichetta informazioni chiare sui termini “vitello” e “vitellone”.
La chiara definizione delle categorie permetterà una maggiore trasparenza nell’informazione, con vantaggi per i consumatori e per i nostri produttori che opereranno in un mercato regolato da norme più chiare e definite, con controlli attenti, a difesa di un settore trainante dell’economia nazionale, che impiega più di quindicimila operatori, che producono più di un milione di capi annui.