Tradurre la letteratura in cinema è sempre una bella sfida: si parte da un testo che esiste già nella mente del lettore e l’insidia più grande è sostituirsi a chi l’ha creato nella mente di chi lo ha già letto. “Bellas mariposas” di Salvatore Mereu presentato nella sezione Orizzonti segue la rivisitazione del libro del narratore sardo Giuseppe Fiori “Sonetàula”. L’omonimo film del 2004 valse al cineasta il David Donatello quale migliore regista oltre alla vittoria della Settimana della Critica alla 60a Mostra del Cinema di Venezia.

“Bellas mariposas”, ambientato nella periferia cagliaritana, è il racconto in prima persona di una ragazzina e della sua bizzarra famiglia composta da un padre nullafacente, la sua compagna, fratelli e sorelle.

In particolare il fratello maggiore ha deciso proprio nel giorno del racconto di uccidere il fidanzato della protagonista che intanto, insieme alla sua migliore amica se ne va al mare e in città. Nel piccolo ma variegato agglomerato periferico però, l’arrivo di una specie di “strega” interpretata da Micaela Ramazzotti imprime una sorprendente svolta agli eventi. La mariposa, in sardo come in spagnolo, è la farfalla: a “sbocciare” sono le due smaliziate amiche - le mariposas del titolo - interpretate dalle esordienti (e non professioniste come il resto del cast ad eccezione della Ramazzotti) Sara Podda e Maya Mulas. Due ragazzine adolescenti che crescono tra sogni, difficoltà, miseria ed emarginazione.

S.B.