La IV rivoluzione industriale per ridare a UE le sue imprese
La Commissione, per capovolgere l'attuale tendenza, facendo aumentare il peso che il settore industriale svolge nella nostra economia, propone alcune azioni, definite dalla Commissione stessa prioritarie, tese a stimolare investimenti in nuove tecnologie, a migliorare il contesto delle imprese e l’accesso ai mercati e al credito (soprattutto per le PMI), nonché a garantire che le competenze siano adeguate alle necessità dell’industria
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario per le Imprese e l’Industria, ha dichiarato: ”La nostra industria non può continuare ad abbandonare l’Europa. Le cifre in nostro possesso sono chiarissime: l’industria europea può produrre crescita e occupazione. Oggi presentiamo le condizioni per un’industria sostenibile nel futuro dell’Europa, per uno sviluppo degli investimenti necessari nelle nuove tecnologie e per ripristinare un clima di fiducia e di spirito imprenditoriale. Lavorando insieme e ripristinando la fiducia, reinsedieremo l’industria in Europa”.
L’industria europea può effettivamente farcela: la nostra industria è leader mondiale in molti settori strategici, come quello automobilistico, aeronautico, ingegneristico, spaziale e farmaceutico, e rappresenta i 4/5 delle esportazioni continentali e l’80% delle esportazioni europee e degli investimenti del settore privato di R&S provengono dal settore manifatturiero.
Se torna la fiducia, e con essa i nuovi investimenti, l’industria europea può migliorare e ricominciare a crescere. Questo è il messaggio centrale di una comunicazione presentata a Bruxelles da Antonio Tajani. Le azioni proposte in tale comunicazione contribuiranno anche a ridurre il divario di competitività tra Stati membri e regioni della UE.
Due settimane fa la Commissione ha inoltre adottato due relazioni sulla competitività: il nuovo quadro di valutazione sull’efficienza dell’industria degli Stati membri prende in considerazione 5 settori chiave: produttività; esportazioni; innovazione e sostenibilità; contesto e infrastrutture delle imprese; finanziamenti e investimenti.
La relazione 2012 sulla competitività europea analizza le principali tendenze della globalizzazione negli ultimi 15 anni, i costi e i benefici che ne sono derivati e le sfide future che le imprese europee devono fronteggiare: mancanza di fiducia e diminuzione degli investimenti.
Difatti incertezze del mercato, problemi legati al credito, debolezza della domanda e carenze legate alle qualifiche innescano una sfiducia che porta alla diminuzione degli investimenti e alla perdita di posti di lavoro nell’industria.
La Commissione sta per tutti questi motivi adottando e promuovendo una politica industriale retta da quattro pilastri fondamentali: investimenti nell'innovazione, miglioramento del funzionamento del mercato interno, accesso al credito e ai capitali, ed infine l'adattamento dell'offerta di manodopera a quanto l'industria domanda, e ciò può essere fatto solamente con importanti investimenti su capitale umano e sulle competenze personali.
Nella foto: Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario per le Imprese e l’Industria.
(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)