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La IV rivoluzione industriale per ridare a UE le sue imprese

17/10/2012
La IV rivoluzione industriale per ridare a UE le sue impreseIn Europa vi è bisogno di invertire il trend che vede diminuire sempre più il ruolo dell’industria, la quale deve crescere, sì, ma con l’obiettivo di crescere in modo sostenibile, di creare posti di lavoro di elevato valore e di risolvere i problemi sociali che da anni affrontiamo.

La Commissione, per capovolgere l'attuale tendenza, facendo aumentare il peso che il settore industriale svolge nella nostra economia, propone alcune azioni, definite dalla Commissione stessa prioritarie, tese a stimolare investimenti in nuove tecnologie, a migliorare il contesto delle imprese e l’accesso ai mercati e al credito (soprattutto per le PMI), nonché a garantire che le competenze siano adeguate alle necessità dell’industria

Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario per le Imprese e l’Industria, ha dichiarato: ”La nostra industria non può continuare ad abbandonare l’Europa. Le cifre in nostro possesso sono chiarissime: l’industria europea può produrre crescita e occupazione. Oggi presentiamo le condizioni per un’industria sostenibile nel futuro dell’Europa, per uno sviluppo degli investimenti necessari nelle nuove tecnologie e per ripristinare un clima di fiducia e di spirito imprenditoriale. Lavorando insieme e ripristinando la fiducia, reinsedieremo l’industria in Europa”.

L’industria europea può effettivamente farcela: la nostra industria è leader mondiale in molti settori strategici, come quello automobilistico, aeronautico, ingegneristico, spaziale e farmaceutico, e rappresenta i 4/5 delle esportazioni continentali e l’80% delle esportazioni europee e degli investimenti del settore privato di R&S provengono dal settore manifatturiero.

Se torna la fiducia, e con essa i nuovi investimenti, l’industria europea può migliorare e ricominciare a crescere. Questo è il messaggio centrale di una comunicazione presentata a Bruxelles da Antonio Tajani. Le azioni proposte in tale comunicazione contribuiranno anche a ridurre il divario di competitività tra Stati membri e regioni della UE.

Due settimane fa la Commissione ha inoltre adottato due relazioni sulla competitività: il nuovo quadro di valutazione sull’efficienza dell’industria degli Stati membri prende in considerazione 5 settori chiave: produttività; esportazioni; innovazione e sostenibilità; contesto e infrastrutture delle imprese; finanziamenti e investimenti.

La relazione 2012 sulla competitività europea analizza le principali tendenze della globalizzazione negli ultimi 15 anni, i costi e i benefici che ne sono derivati e le sfide future che le imprese europee devono fronteggiare: mancanza di fiducia e diminuzione degli investimenti.

Difatti incertezze del mercato, problemi legati al credito, debolezza della domanda e carenze legate alle qualifiche innescano una sfiducia che porta alla diminuzione degli investimenti e alla perdita di posti di lavoro nell’industria.

La Commissione sta per tutti questi motivi adottando e promuovendo una politica industriale retta da quattro pilastri fondamentali: investimenti nell'innovazione, miglioramento del funzionamento del mercato interno, accesso al credito e ai capitali, ed infine l'adattamento dell'offerta di manodopera a quanto l'industria domanda, e ciò può essere fatto solamente con importanti investimenti su capitale umano e sulle competenze personali.

Nella foto: Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario per le Imprese e l’Industria.

(Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea)

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