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Basilicata: va ripensata proposta regionale riforma bonifica

07/11/2012
Basilicata: va ripensata proposta regionale riforma bonifica“Creare un unico Consorzio di bonifica per la regione Basilicata, quindi con confini amministrativi su base geografica, contraddice la natura dell’istituto consortile, che affonda le radici nelle esigenze del territorio e dei suoi abitanti operando su comprensori delimitati sulla base di confini idraulici ed irrigui; non solo, tale scelta è in antitesi ai principi di autogoverno e sussidiarietà sanciti in sede europea e confermati dalla legislazione nazionale nonché ribaditi nel Protocollo d’Intesa Stato-Regioni, siglato nel 2008 e cui devono uniformarsi le riforme regionali del settore. Per questo, è necessario riconsiderare il disegno di legge della Regione Basilicata che prevedendo, fra l’altro, per i consorziati urbani, il conglobamento del contributo di bonifica nella tariffa del servizio idrico integrato, contraddice anche il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che affida la determinazione di tali tariffe all’Autorità per l’Energia.” Lo ribadisce Anna Maria Martuccelli, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, intervenuta a Matera al convegno “Acqua, Bonifiche e Irrigazione tra governance e infrastrutturazioni”, organizzato da C.I.A. Basilicata.

“E’ innegabile - prosegue Martuccelli – che esistano gravi problemi per i Consorzi di bonifica lucani, ma nel disegno di legge regionale non si trovano risposte a questioni che sono di ordine finanziario ed organizzativo, per le quali si possono individuare soluzioni graduate nel tempo, cui si può ovviare con l’unificazione di alcuni servizi senza stravolgere la natura dell’istituto consortile, trasformandolo in una mera agenzia regionale per il territorio. Da sempre – ricorda il Direttore Generale A.N.B.I. - i Consorzi di bonifica sono strumenti che si sono caratterizzati per il costante adeguamento alle innovazioni soprattutto nel settore dell’irrigazione che, oggi più che mai alla luce dei cambiamenti climatici, è una priorità strategica per la politica economica del Paese, perché senza acqua non si può fare buona agricoltura: sono oltre 200 i chilometri di impianti irrigui trasformati da “canalette a cielo aperto” a “impianti tubati”, così come vanno citati l’attivazione delle “acquacard” e del recentissimo “sistema esperto” Irriframe per ottimizzare l’uso dell’acqua, risparmiandola, in agricoltura. E’ questa forte caratteristica innovativa, unitamente alla capacità di adeguarsi e a dare risposte alle esigenze del territorio, a confermare la permanente validità dei consorzi di bonifica, capaci di attraversare diversi ordinamenti dal 1882 ai giorni nostri. Ovviamente non tutti gli enti consortili dimostrano la stessa efficienza, ma questo è un problema generalizzato del sistema Paese e singoli casi non possono minare la funzione e la realtà dei Consorzi di bonifica, determinanti nella gestione integrata suolo e acqua del territorio, ieri come oggi.”

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