Trafile per i documenti pubblici? UE ci dà un taglio
Finalmente questo sarà possibile. Lo scorso mercoledì 24 aprile, la Commissione ha proposto di ridurre la burocrazia per cittadini e imprese, sopprimendo le procedure attualmente necessarie per ottenere il riconoscimento, in un altro Stato membro, dell'autenticità di documenti pubblici.
I cittadini che si trasferiscono in un altro Stato membro sono ancora tenuti a dimostrare l'autenticità dei documenti pubblici, come un certificato di nascita o di matrimonio, rilasciati dal proprio Stato membro.
Per semplificare la vita dei cittadini europei, la Commissione ha proposto di snellire le procedure burocratiche, abbandonando complicati adempimenti amministrativi e prevedendo che i documenti pubblici siano riconosciuti dagli e tra gli Stati membri, senza la necessità di una conferma da parte del ministero degli Esteri, del ministero della Giustizia o di altre autorità nazionali.
Come ha dichiarato la stessa Commissaria alla giustizia, Vivian Reding: «Ogni volta che si attraversa una frontiera non è necessario chiedere che il ministero degli Esteri confermi che il documento che si mostra è davvero un passaporto – perché si dovrebbe essere obbligati a farlo per un certificato di nascita?».
La Commissione propone inoltre un ulteriore strumento di semplificazione: formulari standard multilingue facoltativi, in tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea, che i cittadini e le imprese possono richiedere al posto e alle stesse condizioni dei documenti pubblici nazionali.
Semplificare la vita di cittadini e imprese, garantendo una sempre maggiore libertà di circolazione, non è l'unico beneficio previsto dalla Commissione, nel caso di approvazione della proposta. Si stima, infatti, che le autorità pubbliche si dovranno occupare di quasi un milione e mezzo di pratiche all'anno in meno e che questo comporterà un risparmio per i contribuenti europei, di circa oltre 300 milioni di euro.
La recente proposta della Commissione, è dunque una conferma dell'impegno costante della Commissione per promuovere l'effettiva libertà di circolazione delle persone e realizzare un vero mercato unico.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea
nella foto: la Commissaria alla giustizia, Vivian Reding