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Trafile per i documenti pubblici? UE ci dà un taglio

29/04/2013
Trafile per i documenti pubblici? UE ci dà un taglioNel 2010, i sondaggi riportavano che circa il 73% degli europei ritenesse necessario semplificare e facilitare la circolazione dei documenti pubblici, tra Stati membri dell'Unione europea.

Finalmente questo sarà possibile. Lo scorso mercoledì 24 aprile, la Commissione ha proposto di ridurre la burocrazia per cittadini e imprese, sopprimendo le procedure attualmente necessarie per ottenere il riconoscimento, in un altro Stato membro, dell'autenticità di documenti pubblici.

I cittadini che si trasferiscono in un altro Stato membro sono ancora tenuti a dimostrare l'autenticità dei documenti pubblici, come un certificato di nascita o di matrimonio, rilasciati dal proprio Stato membro.

Per semplificare la vita dei cittadini europei, la Commissione ha proposto di snellire le procedure burocratiche, abbandonando complicati adempimenti amministrativi e prevedendo che i documenti pubblici siano riconosciuti dagli e tra gli Stati membri, senza la necessità di una conferma da parte del ministero degli Esteri, del ministero della Giustizia o di altre autorità nazionali.

Come ha dichiarato la stessa Commissaria alla giustizia, Vivian Reding: «Ogni volta che si attraversa una frontiera non è necessario chiedere che il ministero degli Esteri confermi che il documento che si mostra è davvero un passaporto – perché si dovrebbe essere obbligati a farlo per un certificato di nascita?».

La Commissione propone inoltre un ulteriore strumento di semplificazione: formulari standard multilingue facoltativi, in tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea, che i cittadini e le imprese possono richiedere al posto e alle stesse condizioni dei documenti pubblici nazionali.

Semplificare la vita di cittadini e imprese, garantendo una sempre maggiore libertà di circolazione, non è l'unico beneficio previsto dalla Commissione, nel caso di approvazione della proposta. Si stima, infatti, che le autorità pubbliche si dovranno occupare di quasi un milione e mezzo di pratiche all'anno in meno e che questo comporterà un risparmio per i contribuenti europei, di circa oltre 300 milioni di euro.

La recente proposta della Commissione, è dunque una conferma dell'impegno costante della Commissione per promuovere l'effettiva libertà di circolazione delle persone e realizzare un vero mercato unico.

Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea

nella foto: la Commissaria alla giustizia, Vivian Reding

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