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Assistenza all'infanzia: l'Europa non sta a guardare

06/06/2013
E' di questa settimana l'ultima relazione della Commissione europea sull'assistenza all'infanzia e sull'occupazione femminile: i suoi dati dimostrano che c'è ancora molto da fare. Sono solo otto, infatti, gli Stati membri che hanno conseguito entrambi gli obiettivi concordati a livello europeo su disponibilità e accessibilità dei servizi all'infanzia, e tra questi non compare l'Italia. Secondo gli obiettivi, noti come "obiettivi di Barcellona", l’assistenza all'infanzia dovrebbe essere fornita al 90% dei bambini fra i tre anni e l’età dell’obbligo scolastico e al 33 % dei bambini al di sotto dei tre anni.

Gli obiettivi sono stati individuati dal Consiglio Europeo del 2002, nella consapevolezza che strutture infantili adeguate sono indispensabili perché l'Unione europea riesca a rimuovere i disincentivi al lavoro femminile e a permettere una migliore conciliazione tra vita privata e professionale, permettendo nel lungo periodo una reale uguaglianza di genere. Sin d'allora, l'Unione europea ha quindi stimolato gli Stati membri ad approvare legislazioni coerenti e a promuovere un'assistenza all'infanzia adeguata.

Tuttavia, sono necessari ulteriori passi avanti. Se l’Unione europea intende raggiungere entro il 2020 l’obiettivo di un tasso di occupazione del 75%, gli Stati membri dovranno intensificare gli sforzi per migliorare i loro servizi all'infanzia, ricordando che queste strutture rappresentano un investimento per il futuro, prima ancora che un costo. Solo tramite questi investimenti, infatti, sarà possibile promuovere l'occupazione femminile, e così rilanciare la crescita e la competitività europea.

Per questo, il tema dell'assistenza all'infanzia è stato toccato anche dalle Raccomandazioni Specifiche per Paese, previste all'interno del Semestre europeo. Tramite queste Raccomandazioni, la Commissione europea fornisce agli Stati membri una consulenza ad hoc per migliorare le loro politiche nazionali e incentivare il loro potenziale di crescita.

All'Italia, come ad altri 10 Stati membri, la Commissione ha appena rivolto nuove indicazioni proprio per migliorare i servizi all'infanzia, ritenendo l'offerta nazionale insufficiente in quantità e qualità. Vista l'importanza del tema, la Commissione continuerà nei prossimi mesi a monitorare i progressi raggiunti e a stimolare nuove iniziative, che diano una risposta concreta alle esigenze dei cittadini.

Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea

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