Osservatorio UE posti lavoro: crescita in settore sanitario
L'aumento è il risultato degli effetti combinati dell'invecchiamento della popolazione, dei progressi compiuti nel campo delle tecnologie e delle terapie, della diffusa aspettativa di servizi di qualità superiore e di un maggiore rilievo dato alle cure preventive. Questi fattori hanno portato a un'assunzione complessiva, nel settore sanitario, di quasi un milione di persone solo nel 2012.
Tra i dati postivi, emergono però anche quelli negativi, che mettono in luce una contrazione della domanda su tutto il mercato del lavoro europeo, e quindi un meno 6% dei posti vacanti del 2012 rispetto l'anno precedente.
Il Commissario responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, László Andor, ha confermato il ruolo strategico dell'Osservatorio che aiuta le persone in cerca di lavoro a identificare quei settori che offrono le migliori prospettive occupazionali. Inoltre, un ulteriore grande vantaggio, è che aiuta le autorità pubbliche a investire nella formazione di profili sempre più coerenti con le richieste del mercato. È proprio questo che conferma l'ultima relazione pubblicata il 10 settembre: in Europa c'è gran richiesta di lavoratori nel settore sanitario, ed è questo che urge investimenti nella formazione.
L'importanza del settore sanitario in Europa, per la creazione di posti di lavoro è stata evidenziata fin dal 2012 dalla Commissione, attraverso il Pacchetto occupazionale che comprendeva proprio un piano di azione per i lavoratori dell'assistenza sanitaria nell'UE.
Il settore sanitario dà direttamente lavoro a circa un lavoratore su dieci, tuttavia si tratta delle tipiche occupazioni nelle quali è difficile colmare i posti vacanti. I fattori che contribuiscono a questo squilibrio sono: numero insufficienza d'infermieri formati, alta concorrenza, lavoro molto logorante, retribuzioni e condizioni lavorative scarse.
Appare, quindi, oltremodo necessario investire strategicamente in questo settore, con l'obiettivo di colmare gli aspetti negativi e sfruttare la domanda in crescita.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea