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L’export mette il turbo al Nord Est

27/12/2013
L'export mette il turbo a Nord Est. Infatti nel terzo trimestre 2013, mentre il livello delle esportazioni italiane è appena superiore rispetto al 2012 (+0,5%), a Nord Est si registra una crescita del 4,1%, dunque su livelli che non si vedevano dalla fine del 2010.
L’outlook elaborato da Fondazione Nord Est su dati Istat mostra uno scenario di ripartenza giustificato dalla congiuntura dell’economia mondiale. «Siamo di fronte a una evoluzione che ci permette di parlare di ripartenza - osserva il presidente della Fondazione Francesco Peghin -. La crisi morde ancora, ma la proiezione è positiva per chi ha saputo aprirsi a processi evoluti di internazionalizzazione. E non sembra un fuoco di paglia, se consideriamo che il Fondo Monetario stima un +2,9% negli scambi di beni e servizi a livello mondiale del 2013 e la variazione attesa per il 2014 è del +4,9%».
Sono dati che partono da uno scenario peculiare. Infatti, come evidenziato nel recente Rapporto Nord Est, oggi il 50,9% delle imprese del Nord Est con più di 10 addetti intrattiene rapporti produttivi e commerciali con l’estero (un dato in crescita rispetto al 47,6% nel 2012 e superiore rispetto al 44,5% dell’Italia). «Il Nord Est mantiene un ruolo di avanguardia nell’esplorazione di nuovi mercati - rimarca Peghin -, anche se solo il 30,9% delle imprese vanta un’esposizione su estero superiore al 10% del fatturato al 30,9% (30,3% in Italia). Questo significa che le esperienze imprenditoriali di eccellenza non costituiscono un sistema, mentre si acuisce il divario con quelle che non riescono a entrare nelle reti lunghe delle relazioni produttive e commerciali».
Il problema rimane però la domanda interna praticamente «paralizzata». Un dato di fatto che pesa, perché «non si può vivere di solo export - evidenzia il presidente -. Con un surplus di 113 miliardi di dollari nella bilancia commerciale del 2012, l’Italia è già ai primi posti nel ranking mondiale della competitività negli scambi internazionali e questo grazie alla vitalità, alla qualità, alla capacità di innovazione delle imprese. Il sistema-Paese invece rimane ingessato, viziato dall’incapacità di chi governa le (insufficienti) politiche di sviluppo. La Legge di stabilità, senza veri tagli alla spesa e alle tasse, è un insulto per chi lavora e per chi fa impresa. E intanto le Pmi chiudono, soffocate dai paradossi di fisco e burocrazia».
Manifatturiero sulla ribalta. L'export a Nord Est galoppa nel terzo trimestre grazie ai comparti alimentare, tessile, abbigliamento e calzature, legno e più in generale grazie al manifatturiero (dal mobile all’oro, dai mezzi di trasporto al comparto macchine).
Lo sprint del FVG. I dati disaggregati per regione evidenziano che la performance migliore è del Friuli Venezia Giulia (+6,5%), grazie soprattutto a metalli di base (+12,5%) e macchine (+15,2%).
Risultato positivo (+6,1%) anche per il Trentino Alto Adige, con i comparti macchine, metalli di base e legno a trainare mentre l'agro-alimentare arranca.
Alimentare (+10,2%), tessile (+5,4%) e mezzi di trasporto (+8,3%) sono invece i comparti leader per il Veneto, che segna un +3,4% dell'export.
Euro-debolezza e ripartenza mondiale. L'area Euro è ancora debole, nonostante una positiva inversione di tendenza, mentre l'export del Nord Est gode soprattutto delle performance dei Paesi non-Euro (+4,7% Gran Bretagna, Danimarca e Svezia; +5,5% Est Europa). Prosegue la ripresa della domanda in Nord America (+10,3%), nel Far East (la Cina incrementa del 19,1%, il Giappone dell'8,8%) e nell’Africa settentrionale (+14,1%). Da segnalare invece la frenata dell’India (-12,1%).
Fonte: Fondazione Nord Est

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